23 marzo 2023 12:44
Play amplia il network estivo con l’aggiunta, dal prossimo 5 giugno, dei voli per Amsterdam: la rotta verso l’hub islandese di Keflavik sarà servita fino a un massimo di cinque voli settimanali il lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica. I passeggeri, viaKeflavik, potranno viaggiare tra Amsterdam e quattro città statunitensi, New York, Boston, Washington DC e Baltimora, oltre a Toronto in Canada.
Dal suo primo volo nel giugno 2021, Play ha ampliato la sua flotta da tre Airbus A320neo a sei nel 2022 e opererà 10 Airbus A320/321neo nel 2023. L’età media degli aeromobili è di soli 2,3 anni.
“Siamo entusiasti di riportare i nostri servizi ad Amsterdam e di mettere in contatto più passeggeri con le nostre opzioni di viaggio a prezzi accessibili – ha dichiarato Birgir Jónsson, ceo di Play -. Amsterdam è uno dei maggiori hub europei e una destinazione vitale per le nostre operazioni tra il Nord America e l’Europa. Puntiamo a dare filo da torcere alla concorrenza con i nostri prezzi bassi, offrendo ai passeggeri dei nostri mercati l’opportunità di risparmiare sui voli e di vivere più esperienze nella loro destinazione. Come ci piace dire in Play: pagare meno, giocare di più”.
La compagnia aveva infatti già volato su Amsterdam, ma per soli quattro mesi, dal dicembre 2021 a marzo 2022, con due frequenze settimanali. La competizione sulle rotte verso il Nord America dal mercato olandese è molto accesa: Play dovrà confrontarsi con i voli diretti operati da Klm, Delta Air Lines, United Airlines, Air Canada e tra poco anche JetBlue; non da ultimo anche Icelandair collega Schiphol a Keflavik lungo tutto l’arco dell’anno.
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Un debutto che avverrà nel primo trimestre del 2025, per il quale la società ha investito oltre 20 milioni di euro in attrezzature per l’assistenza a terra degli aeromobili. Oltre il 40% della flotta sarà elettrico. Inoltre, a Fiumicino Airport Handling prevede di assumere oltre 1.800 professionisti aeroportuali orientati al cliente. Le prime assunzioni hanno riguardato il team manageriale, ciascuno con una vasta esperienza e competenza nel mercato locale.
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Dal primo volo inaugurale della compagnia in Africa con il Cairo come prima destinazione nel 1986, il vettore di Dubati ha progressivamente incrementato la sua presenza nel continente e ora serve 20 gateway tra passeggeri e cargo.
Dal 27 ottobre, Emirates ha incrementato le operazioni tra Dubai e l'Uganda da cinque voli settimanali a un servizio giornaliero. Operato con un Boeing 777-300Er, il volo aggiuntivo aggiungerà 718 posti da e per Dubai-Entebbe ogni settimana, in coincidenza con le più popolari destinazioni in partenza da Dubai come Canada, Stati Uniti, India e Regno Unito, per citarne alcune.
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[post_content] => Ancora poche ore - entro la mezzanotte di oggi, 4 novembre - e Ita Airways e Lufthansa dovranno consegnare a Bruxelles la versione definitiva dei "rimedi" richiesti dall’Antitrust Ue. Conditio sine qua non per accendere il semaforo verde che porterà alle nozze tra le due parti.
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Rotte transatlantiche
Più complesso il discorso relativo alle rotte transatlantiche, dove sono stati portati avanti colloqui con Air France e il gruppo Iag che però avevano chiesto una contropartita su Liante.
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“La propensione dei gruppi alberghieri a investire nell’intelligenza artificiale per affrontare le sfide della comunicazione e della produttività è in continua crescita– spiega il ceo di Quicktext, Daniel Doppler -. Tuttavia, molti albergatori sono ancora relativamente nuovi alla tecnologia e spesso l’attenzione è rivolta principalmente alla funzionalità, a scapito di ciò che conta davvero: la qualità e la scalabilità dei dati”.
In effetti, il ruolo principale di un’intelligenza artificiale conversazionale è quello di comprendere le richieste dei clienti e fornire le risposte appropriate. “Nella stragrande maggioranza dei casi, però, le risposte degli assistenti virtuali sono costituite da testi redatti in ogni lingua o, peggio, tradotti automaticamente. Tutte soluzioni che non solo presentano notevoli problemi di qualità ma anche di scalabilità, soprattutto quando si ha a che fare con lingue non europee come arabo, cinese, giapponese…”.
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The Social Hub, buona la prima. E' bastato un solo tentativo alla compagnia di ospitalità ibrida con base ad Amsterdam, già nota con il nome di The Student Hotel, per ottenere la certificazione B Corp. Il gruppo ha infatti conquistato 107,1 punti su un massimo di 200, mentre la media è di 94. Per fregiarsi del riconoscimento della non-profit ideatrice del movimento delle B Corporation, i candidati devono in particolare raggiungere una quota di riferimento di almeno 80, fornendo al contempo prove di pratiche della loro responsabilità dal punto di vista sociale e ambientale in materia di approvvigionamento energetico, gestione di rifiuti e acqua, retribuzione dei lavoratori, diversity e trasparenza aziendale.
Le aziende certificate hanno poi un obbligo legale a mantenere il proprio impegno e a perseguire uno scopo che vada oltre il profitto. Diventare una B Corp significa quindi impegnarsi in un rigoroso processo di verifica condotto ogni tre anni dall'organizzazione non-profit B Lab in cinque aree chiave che coprono l'intera attività di un'organizzazione, tra cui governance, lavoro, comunità, ambiente e clienti.
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Volotea investe ancora su Olbia per il 2025 con un +5% di crescita, con quasi 1,1 milioni di posti in vendita e 27 rotte disponibili: numeri che riconfermano l’aeroporto della Costa Smeralda come il più importante in termini di capacità per il vettore sul territorio italiano.
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