16 July 2024

Burgio, Alpitour: marginalità in crescita e l’inflazione fa bene al nostro debito

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Arriva a quota 1,6 miliardi di euro la previsione di fatturato per il 2022 del gruppo Alpitour. Un livello non troppo lontano dai quasi 2 miliardi raggiunti nell’era pre-Covid.

“E pensare che per i primi mesi dell’anno abbiamo lavorato senza Cuba, Messico e altre destinazioni importanti – racconta l’a.d. e presidente Gabriele Burgio -. Poi a marzo hanno aperto le frontiere ma naturalmente ci è voluto del tempo per rimettere in moto la macchina. Diciamo che da giugno la situazione si è quasi normalizzata”.

Con un inverno normale e un’estate sui livelli di quest’anno, è quindi il ragionamento di Burgio, ” nel 2023 pensiamo di superare la soglia dei 2 miliardi“. Ma ancora più importante è il dato sulle marginalità che stanno crescendo e “sono migliori rispetto al passato, grazie ai nostri investimenti in tecnologia e alla riorganizzazione attuata in questo biennio (la cosiddetta Trevolution, ndr)”.

Certo, le incognite continuano a pesare. A cominciare dalle tensioni geopolitiche in corso, con la conseguente impennata dei costi energetici e la crescita dell’inflazione. Quest’ultimo tuttavia potrebbe in realtà tradursi in un fattore positivo per le aziende che sono ricorse all’indebitamento: “Che l’inflazione dovesse tornare a crescere – sottolinea sempre Burgio – era nell’aria già da tempo. Ancora prima del Covid nei mercati girava troppa euforia. Inevitabile prima o poi che la pressione sui prezzi si facesse sentire. Ad aprile 2020 abbiamo quindi portato a termine un’importante operazione di finanziamento a tassi fissi, che ora si sta rivelando preziosissima. Diverso naturalmente è il discorso per quelle aziende che si sono esposte a tassi variabili senza coperture”.

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In tale contesto, ha proseguito l'amministratore delegato di Castello sgr, in occasione dell'Hospitality Forum organizzato a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con la stessa sgr, la Toscana ha attratto il 33% dei capitali dedicati alle strutture leisure, la Lombardia il 20%, la Sicilia il 13%, la Liguria il 10% e la Sardegna il 6%.\r\n\r\nIn generale, stando al Rapporto di Scenari Immobiliari sul mercato immobiliare presentato all'evento meneghino, all’interno di un contesto globale caratterizzato da tensioni di natura geopolitica e aumenti dei tassi di interesse, in Europa, dove la domanda alberghiera nel 2023 ha consolidato i trend di crescita del biennio precedente, il mercato immobiliare è risultato eterogeneo. Sul continenti gli investimenti sono risultati essere comunque prossimi ai 16 miliardi di euro (+8,5% circa rispetto ai quasi 15 miliardi del 2022). E le stime sono al rialzo anche per il 2024, grazie alla riduzione dei costi di finanziamento e al conseguente miglioramento della sostenibilità economica e finanziaria del debito. In Italia il valore delle transazioni nel comparto ha quindi toccato quota 1,4 miliardi (in calo rispetto agli 1,7 miliardi del 2022), mostrando tuttavia una buona dinamicità e mantenendosi sostanzialmente sui livelli storici dell'ultima decade, se si eccettua l'anno record 2019 e il post-Covid 2020.\r\n\r\n \r\n\r\nNon solo: nel 2023 il volume di operazioni svolte da investitori italiani, come poche volte successo in passato, ha superato quello riconducibile a capitali internazionali, provenienti in prevalenza da Francia e Regno Unito e per circa un quarto da Paesi extra-europei. I profili dei principali investitori sono in particolare quelli dei family office, degli operatori alberghieri e dei private equity, i primi due rappresentando la componente maggioritaria degli attori nazionali.\r\n\r\nUn capitolo a parte merita infine il tema dei serviced apartments, che a livello europeo hanno ormai superato le 230 mila unità (+15% rispetto al 2020), pur presentando una distribuzione disomogenea nei diversi mercati del Continente. Nel Regno Unito tale comparto rappresenta infatti già il 15% dell'offerta ricettiva complessiva; una percentuale che scende all'8,7% in Germania e al 4,3% in Francia. Molto più basse sono invece le quote in Spagna e in Italia, che evidentemente mostrano elevate potenzialità di crescita in questo specifico segmento dell'accoglienza. Tanto più che nella nostra Penisola meno del 10% degli aparthotel è oggi gestito da operatori specializzati, per un'offerta media di 80 unità abitative, contro il 15% e le 120 chiavi a livello europeo. Non solo: mentre nel resto del Vecchio continente tali soluzioni sono prevalentemente concentrate nelle grandi città, per rispondere soprattutto alle esigenze dei cosiddetti nomadi digitali e degli studenti, alle nostre latitudini ben l'85% della proposta si trova in città secondarie. Entro la fine del 2025 si prevede peraltro che l'offerta di serviced apartments nel nostro paese cresca di oltre l'80%.\r\n\r\n\"Viviamo in una fase sostanzialmente positiva - ha concluso il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia -. Non possiamo però non tenere conto che l'ospitalità a livello globale vale qualcosa come 10 mila miliardi di dollari, pari a quasi il 10% del pil mondiale. Si tratta di una fetta di torta su cui comprensibilmente in tanti vorrebbero mettere le mani. Occorre quindi essere attrezzati e organizzare l’offerta in tutti i settori. Creare insomma un intesto sistema economico in grado di fare realmente rete\".","post_title":"Schiavo, Castello sgr: in Italia è resort - mania","post_date":"2024-07-05T09:14:58+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1720170898000]}]}}

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