16 July 2024

Nettare dei Santi: vocazione enoturistica tra i colli di San Colombano

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Sottolineare il legame tra prodotto e territorio, inserendo la cantina in una visione più ampia, capace di passare non solo dalla degustazione del prodotto vinicolo ma anche dalla conoscenza della sua area di produzione, della cultura e della gente che vive, lavora e produce tra i colli di San Colombano. Nasce da questo ampio approccio alla viticoltura la vocazione enoturistica della cantina Nettare dei Santi, che ha contribuito con i suoi prodotti al successo del nostro ultimo Tove, al Meliá Milano gli scorsi 4 e 5 febbraio.

“Il turismo del vino fa parte della nostra famiglia praticamente da sempre – spiega il titolare della cantina, GianEnrico Riccardi -. Trasformare quella che fino ad allora (dalla fine del 1800) era stata una passione in un’attività imprenditoriale, dando nuova immagine al prodotto ottenuto, imbottigliandolo e facendolo apprezzare sulle tavole dei milanesi e dei lodigiani, non era solo un concetto di vendita ma soprattutto la necessità di far conoscere un prodotto, una cultura, una tipicità del territorio: i colli di San Colombano. Nel 1980, quando mio padre Enrico, figlio di Franco Riccardi, decise di trasferire la cantina dal centro del paese alla cima della collina fra i propri vigneti, diventando una delle realtà vitivinicole più affascinanti di San Colombano, è stato ancor più chiaro e fortemente desiderato dare impulso all’attività investendo tutte le energie nella cura dei vigneti, nella ricercatezza dell’immagine e soprattutto nell’assoluto rispetto dell’ambiente. Quell’ambiente che doveva essere visto, conosciuto e visitato attraverso la cantina: dalla produzione dello stesso vino ai prodotti del territorio. Come mio nonno Franco Riccardi, e successivamente attraverso il pensiero e il lavoro di mio padre, ho infatti sempre fortemente creduto al legame tra prodotto e territorio”.

Con l’arrivo del movimento del Turismo del vino nel 1993, si concretizza così nell’azienda della famiglia Riccardi il desiderio e il pensiero più ampio del concetto di cantina enoturistica. “Qualcosa che abbiamo sempre fortemente desiderato e in cui abbiamo sempre creduto – prosegue GianEnrico -. Ci rivolgiamo a tutti: wine lovers, appassionati, curiosi, amanti del vino e non solo; a chi ne sa e a chi ne sa di meno. Oggi le richieste del pubblico sono sempre più diversificate. Non esiste più il solo concetto della classica degustazione, ma anche l’accompagnare il vino con assaggi di prodotti tipici; il conoscere la storia della cantina e del territorio; nuove esperienze da condividere circondati dalla natura e nella natura. Cene in vigna, percorsi tra i filari, momenti di relax tra un calice e l’altro, il poter interagire direttamente con il produttore sono solo alcuni esempi di ciò che si può fare. Si cerca d’instaurare un rapporto con gli ospiti non solo con le parole ma accompagnandoli in una vera esperienza sensoriale fatta di occhi, naso e bocca. Il tutto, sempre con la semplicità e il rispetto non solo per il nostro prodotto, ma in primis per il nostro visitatore: decidere con loro cosa degustare e quale esperienza vorrebbero fare è il modo più semplice e coinvolgente per rendere il nostro cliente parte integrante della cantina e non un semplice ospite in visita”.

La Nettare dei Santi produce oggi un totale di 25 etichette di vino. Si spazia dai beverini d’annata a vini più importanti e affinati in legno: dalle riserve ai passiti, dalle bollicine metodo classico millesimato alle più fruttate del metodo Charmat. Per chi ama i vini rossi e i vini bianchi, sia fermi sia frizzantini, Barbera, Croatina e l’Uva Rara compongono la Doc dei vini rossi; Chardonnay, Pinot Nero e Riesling sono la Doc per i vini bianchi. Verdea è invece un vitigno autoctono, nella versione ferma o frizzante, per un vino leggero e giovane. “Descrivere brevemente tutti i vini non è facile – conclude GianEnrico -. Ognuno merita la sua giusta attenzione. Ed è per questo che vi invito direttamente in cantina a degustarli: una piacevole sorpresa tra le colline del Milanese“.

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