27 July 2024

Isnart: i cicloturisti valgono quasi 4 miliardi di euro per l’industria dei viaggi italiana

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Roberto Di Vincenzo

Il cicloturismo è parte del percorso di recupero del turismo verso i livelli pre-pandemia. A dirlo sono i numeri del terzo rapporto nazionale sul tema realizzato da Isnart per l’Osservatorio sull’economia del turismo delle Camere di commercio e promosso con Legambiente. In base ai dati più recenti, per il 2022 è in particolare possibile stimare 31 milioni circa di presenze attribuibili ai cicloturisti, pari al 4% di quelle totali registrate in Italia. “Si tratta di cifre parziali ma incoraggianti – si legge nella nota di commento – perché indicano una ripresa anche di questo segmento del turismo, in cui non è secondario il contributo che offrono i flussi internazionali”.
Anche l’impatto economico del fenomeno cicloturistico è rilevante: la spesa per consumi turistici nei luoghi di vacanza generata dai cicloturisti è stimata per il 2022 in quasi 4 miliardi di euro. Il 2022 sta inoltre segnando un incremento dei cosiddetti cicloturisti puri, ovvero di quei turisti per i quali la bicicletta è una delle principali motivazioni di scelta della destinazione. Un cluster che si stima possa generare per quest’anno 8,5 milioni di presenze. “Complessivamente – prosegue l’indagine -, si osserva una maggiore domanda di vacanza attiva, in cui l’uso della bici ha un ruolo primario, una tendenza su cui la pandemia ha agito da acceleratore, stimolando la ricerca di destinazioni meno note e forme di turismo più sostenibili e a maggior contatto con la natura”.

Il cicloturismo è quindi un fenomeno trasversale che accomuna tutte le fasce di età. La maggior parte dei cicloturisti puri appartiene alla generazione dei Millennial (il 41%) e alla generazione X (il 30%). Quindi, oltre i due terzi si collocano nella fascia di età che va dai 26 ai 57 anni. Percentuali inferiori si registrano tra i giovanissimi (il 10% appartiene alla generazione Z) e, ovviamente, tra i più anziani (i baby boomers sono il 16%). Per l’industria della ricettività turistica, rileva Isnart, si tratta di una tipologia di clienti molto ricercata. È istruita (l’84% ha almeno il diploma), occupata (il 77%) e con una buona situazione economica. Per il viaggio, un cicloturista puro italiano spende in media 95 euro, mentre un cicloturista straniero arriva a spenderne 215. Per l’alloggio, invece, l’italiano spende in media 48 euro al giorno, contro i 59 di chi proviene dall’estero. A ciò si aggiungono le spese accessorie: 70 euro gli italiani e 68 gli stranieri.

“Il cicloturismo è un fenomeno che va analizzato e compreso in una logica di complementarità – ha dichiarato Roberto Di Vincenzo, presidente di Isnart -. Infatti, persino il cicloturista puro non trascorre tutta la vacanza su due ruote ma si dedica a numerose attività per vivere il territorio a 360 gradi. Si tratta di un turista che predilige il contatto con la natura, amante dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, molto attento a quell’insieme di valori legati alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, che rappresentano un patrimonio del turismo italiano su cui è vincente puntare e investire”.

 

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