16 July 2024

Lovetaro&ceno: un progetto turistico per le valli di Taro e Ceno

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Claudio_Agazzi_2Un progetto per rilanciare il territorio delle valli di Taro e Ceno, che unisce 16 comuni tra i due fiumi da cui prende il nome. Il Consorzio Lovetaro&ceno, che mette insieme 120 soci punta a trasformare i visitatori in veri abitanti delle Valli e della sua ricca montagna, rilanciandone l’economia e il turismo. L’obiettivo principale è di attirare nuovi abitanti: ci sono già diverse famiglie e professionisti, che provengono soprattutto dalla Lombardia e che hanno comprato casa nelle Valli di Taro e Ceno. La posizione è strategica: vicinanza alla Lombardia e a 30 km dal mare della Liguria, dalle 5 Terre, e a poca distanza dal mare della Toscana. «Ma il nostro punto di forza – spiega Claudio Agazzi, Presidente del Consorzio Lovetaro&ceno – sono le infrastrutture: abbiamo lo sbocco sull’autostrada, la ferrovia, l’ospedale, 7 indirizzi di scuole superiori, c’è tutto quanto si possa desiderare per vivere. E poi, vogliamo rivitalizzare l’economia locale». Per aderire al Consorzio, ogni socio investe 300 euro all’anno. Si tratta di commercianti, operatori turistici, lavoratori del settore edile, per citarne alcuni, insomma ci sono tipologie molto variegate. «A maggio sarà online il portale lovetaroeceno.com nel quale racconteremo le esperienze di chi vive nelle Valli – sottolinea Agazzi – ci saranno informazioni utili per visitarle e oltre 50 pacchetti turistici a disposizione, che si potranno acquistare direttamente online. Il successo dipenderà tutto dall’investimento. Puntiamo tra il 2016 e il 2017 a raggiungere un milione di presenze»

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Per la verità, il fenomeno è in crescita da tempo, ma nel 2023, ha spiegato Giampiero Schiavo citando dati Ey, \"le transazioni riguardanti i resort hanno raggiunto ben il 46% degli investimenti alberghieri totali\". In tale contesto, ha proseguito l'amministratore delegato di Castello sgr, in occasione dell'Hospitality Forum organizzato a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con la stessa sgr, la Toscana ha attratto il 33% dei capitali dedicati alle strutture leisure, la Lombardia il 20%, la Sicilia il 13%, la Liguria il 10% e la Sardegna il 6%.\r\n\r\nIn generale, stando al Rapporto di Scenari Immobiliari sul mercato immobiliare presentato all'evento meneghino, all’interno di un contesto globale caratterizzato da tensioni di natura geopolitica e aumenti dei tassi di interesse, in Europa, dove la domanda alberghiera nel 2023 ha consolidato i trend di crescita del biennio precedente, il mercato immobiliare è risultato eterogeneo. 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I profili dei principali investitori sono in particolare quelli dei family office, degli operatori alberghieri e dei private equity, i primi due rappresentando la componente maggioritaria degli attori nazionali.\r\n\r\nUn capitolo a parte merita infine il tema dei serviced apartments, che a livello europeo hanno ormai superato le 230 mila unità (+15% rispetto al 2020), pur presentando una distribuzione disomogenea nei diversi mercati del Continente. Nel Regno Unito tale comparto rappresenta infatti già il 15% dell'offerta ricettiva complessiva; una percentuale che scende all'8,7% in Germania e al 4,3% in Francia. Molto più basse sono invece le quote in Spagna e in Italia, che evidentemente mostrano elevate potenzialità di crescita in questo specifico segmento dell'accoglienza. Tanto più che nella nostra Penisola meno del 10% degli aparthotel è oggi gestito da operatori specializzati, per un'offerta media di 80 unità abitative, contro il 15% e le 120 chiavi a livello europeo. Non solo: mentre nel resto del Vecchio continente tali soluzioni sono prevalentemente concentrate nelle grandi città, per rispondere soprattutto alle esigenze dei cosiddetti nomadi digitali e degli studenti, alle nostre latitudini ben l'85% della proposta si trova in città secondarie. Entro la fine del 2025 si prevede peraltro che l'offerta di serviced apartments nel nostro paese cresca di oltre l'80%.\r\n\r\n\"Viviamo in una fase sostanzialmente positiva - ha concluso il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia -. Non possiamo però non tenere conto che l'ospitalità a livello globale vale qualcosa come 10 mila miliardi di dollari, pari a quasi il 10% del pil mondiale. Si tratta di una fetta di torta su cui comprensibilmente in tanti vorrebbero mettere le mani. Occorre quindi essere attrezzati e organizzare l’offerta in tutti i settori. 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