16 July 2024

Il deserto del Marocco: tra avventura, relax, cultura e stupore

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Il Marocco è uno scrigno di sorprese: a poche ore di volo dall’Italia offre un contesto naturale e storico di grande ricchezza, dove vivere esperienze affascinanti.

Royal Air Maroc vola da Roma e Milano verso lo scalo internazionale di Casablanca e poi raggiunge Errachidia, nel cuore del paese. Qui inizia l’avventura: un viaggio di scoperta allietato dall’accoglienza dei locali e da esperienze uniche che rivelano l’emozione del deserto, la forza di una natura millenaria, una cultura arcaica che si declina nelle costruzioni e nella gastronomia e tanta bellezza. In 40’ di macchina si arriva a Erfoud, dove si percepisce il trascorrere delle ere geologiche. Centinaia di milioni di anni fa qui c’era un mare e le acque, ritirandosi, hanno depositato una quantità di fossili sorprendente. Sono così tanti da essere utilizzati anche per realizzare i mobili dei riad tradizionali dove si trascorre la notte. Un altro prodotto tipico di Erfoud e del deserto è il dolce dattero, da gustare qui, ma anche in tutto il territorio insieme con formaggio di capra, colorate verdure e tajine o stufati speziati.

Il viaggio prosegue verso sud e la distesa del deserto sembra prendere vita con l’apparire delle dune luminose di Merzouga: sono alte fino a 150m e sembrano assorbire la luce del sole. Le sabbie del Sahara raccontano una storia antica e il passaggio di carovane di mercanti fenici, cartaginesi e romani di cui oggi resta solo il ricordo. Il viaggiatore può percorrere le dune lentamente a dorso di cammello, su un 4×4 o un quad che corrono veloci o scivolando sul sandboard. Ma quando arriva il tramonto tutto sembra fermarsi mentre il sole si tuffa oltre l’orizzonte. L’esperienza più bella si vive nei campi tendati dove contemplare la luce delle stelle nel buio profondo della notte e, al mattino, assistere al sorgere del sole.

La tappa successiva conduce alle Todra Gorges, le gole scavate nei millenni dal fiume Todra in questa zona orientale dell’Alto Atlante, dove le ripide rocce raggiungono i 160m di altezza e sono molto apprezzate sia dagli alpinisti che dagli speleologi. A fianco della strada brillano i colori dei tessuti offerti ai turisti e sul greto del fiume camminano lentamente le donne berbere con bimbi dagli occhi bistrati e asinelli. I berberi sono un popolo antico, originario del Maghreb, e in quest’area geografica vivono tre tribù con dialetti e tradizioni diverse. Superando Boulmane Dades si trovano le Gole del Dades: sin dal Giurassico il fiume scorreva impetuoso per oltre 200km e ha scavato 4 serie di gole profonde tra pareti di roccia color ocra. Lungo la Dades Valley si incontrano “le mille kasbah”, antichi villaggi fortificati fatti di fango e paglia essiccati che sembrano emergere dai paesaggi lunari, come la bella Kasbah Amridil, del XVII secolo, dove la guida locale, tra le tante informazioni, rivela l’utilizzo di materiali a km.0 per la costruzione, la consuetudine di sovrapporre fino a 4 cucine alla stalla per garantire il riscaldamento invernale e il forte simbolismo legato al numero 5 che si ripete nelle decorazioni e nelle finestre della moschea per ricordare i 5 pilastri dell’Islam e le 5 preghiere quotidiane.

Nel corso del viaggio il deserto viene improvvisamente colorato da verdi oasi dove crescono mandorli, fichi, noci e betulle e nella zona del Dades si può trascorrere la notte in una delle numerose pensioni a carattere familiare che incantano l’ospite con scorci panoramici inaspettati e esperienze gastronomiche gourmet. Si prosegue attraversando la Valle delle Rose, dove crescono rigogliose le rose di Damasco, qualità antica apprezzata nella cosmetica e nella profumeria.

L’affascinante percorso raggiunge poi Ouarzazate: una cittadina ricca di sorprese che porta il nome del fiume che un tempo scorreva imponente nella piana, sorvegliato dall’Ait Ben Haddou: una città fortificata o “kasr”, con vicoli, magazzini, abitazioni e una moschea. La città di terracotta venne costruita nel 1600 lungo la rotta carovaniera che collega il deserto del Sahara all’area di Marrakech. È tanto bella e ben preservata da essere patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1987 ed è stata il set cinematografico di pellicole famose.

All’inizio degli anni ‘60, infatti, il clima caldo e soleggiato della zona attirò i cineasti hollywoodiani che girarono qui Lawrence d’Arabia. Da allora, a Ouarzazate – che oggi vanta tre grandi studios e un bel museo del cinema ricco di reperti – sono stati girati film internazionali tra i quali L’uomo che volle farsi re, L’uomo che sapeva troppo, Il gioiello del Nilo, L’ultima tentazione di Cristo, Il té nel deserto e anche La Mummia, Il Gladiatore, Alexander, Le Crociate, Babel e alcune scene de Il trono di spade. È la “Hollywood del deserto” e questo ha portato tanto lavoro e ricchezza nell’area, insieme con la nascita di scuole professionali.

Per concludere il percorso tra avventura, cultura e relax nel deserto del Marocco si entra a Ouarzazate e si visita la Kasbah Taourirt con il suo fascino antico: è una tra le meglio conservate del paese grazie agli attenti restauri. Fu abitata fino alla fine degli anni ‘30 da un pascià con la sua famiglia di oltre 100 persone, tra cui la favorita – madre del primo figlio maschio – altre 4 mogli e 14 concubine. Storicamente il vicino caravanserraglio offriva viveri e ospitalità ai viaggiatori che risalivano il deserto e pagavano un pedaggio al pascià prima di raggiungere le coste dell’Africa. Termina a Marrakech questo percorso allietato da gustosi momenti gastronomici e anche tradizionali, come la visita all’hammam con la sua intensità e i suoi profumi. È bello citare un proverbio berbero che dice: “Con il cammello si attraversa il deserto del Sahara, con la gazzella – che è la donna, la compagna – si attraversa la vita”.

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Non indifferente quest'anno lo sforzo di offrire un calendario innovativo che spazia su diversi generi musicali dal repertorio cameristico al jazz alla musica d'autore sino al teatro collegandoli a realtà storiche suggestive, svelate anche dai volontari del FAI con un impegno di divulgazione culturale encomiabile.\r\n\r\nIl cartellone si apre il 12 luglio in piazza dei Corallini con Pensieri e Parole, evento realizzato in collaborazione con Club Tenco, un omaggio in jazz all’universo poetico di Lucio Battisti, che coinvolge, tra gli altri, Peppe Servillo, Fabrizio Bosso e Rita Marcotulli.\r\n\r\nAlcuni spettacoli saranno allestiti in situazioni suggestive in grado di regalare al pubblico esperienze uniche. Se il concerto nella chiesa dei Corallini del 23 luglio vedrà l’edificio valorizzato con un disegno luci immersivo e site-specific appositamente studiato per dare risalto alle architetture e agli artisti, il concerto del 11 agosto porterà il pubblico a fruire gli spazi dell’Oratorio di Santa Caterina in una atmosfera completamente diversa. La Monella, con la partecipazione di Margherita Pupulin e de Il Violino Fantastico, verrà realizzato nella forma di Candle light concert. L’evento è realizzato in coproduzione con la Fondazione Pietà de’ Turchini di Napoli, uno dei più importanti enti culturali attivi in campo nazionale nell’ambito di ricerca e produzione di musica antica.\r\n\r\nTra le partnership del Festival tornerà quella con il FAI Liguria: in occasione dei concerti del 30 luglio e del 23 agosto il Comune di Cervo, in collaborazione con FAI, organizzerà due visite didattiche gratuite al borgo, aperte a tutti.\r\n\r\nIl Festival Internazionale di Musica da Camera è realizzato dal Comune di Cervo con il contributo di Ministero della Cultura e il patrocinio di Regione Liguria e Camera di Commercio Riviere di Liguria. Main corporate sponsor Raineri Spa, sponsor Alberti Spa, Il Giardino dell’edilizia. ","post_title":"Liguria, dal 12 luglio al 5 settembre il 61° Festival Internazionale di Cervo","post_date":"2024-07-11T12:21:42+00:00","category":["incoming"],"category_name":["Incoming"],"post_tag":[]},"sort":[1720700502000]}]}}

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