16 July 2024

Dubai: gli arrivi internazionali del primo trimestre sfiorano i livelli pre-pandemia

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Dubai marcia sicura verso il recupero dei flussi turistici ai livelli pre-pandemia: il primo trimestre 2023 si è concluso con 4,67 milioni di visitatori internazionali, il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. I dati del Dubai’s Department of Economy and Tourism evidenziano che i visitatori italiani sono stati 80.000, pari ad un aumento del 4% rispetto al 2022. Questo trend segna la migliore performance registrata nel primo trimestre dall’inizio della pandemia.

Dubai, secondo studi presentati in occasione del recente Arabian Travel Market, è la destinazione che si sta riprendendo più velocemente a livello globale. I dati del primo trimestre rappresentano il 98% dei livelli pre-pandemici e superando le previsioni dell’Unwto, che aveva indicato una possibile ripresa compresa tra l’80% e il 95% dei livelli pre-pandemici per il 2023, soprattutto in Europa e in Medio Oriente.

Nel primo trimestre del 2023, il numero di visitatori è stato di soli due punti percentuali inferiore al volume pre-pandemico pari a 4,75 milioni di turisti arrivati a Dubai nei primi tre mesi del 2019. Un risultato notevole a partire da quando, nel luglio 2020, la città ha invertito la tendenza riaprendo al turismo internazionale, nonostante le avversità economiche globali.

I tradizionali mercati chiave di Dubai hanno registrato consistenti volumi turistici nel primo trimestre dell’anno, grazie alle regioni strategiche principali che continuano ad avere un impatto sulle visite internazionali, sottolineando ulteriormente il successo della strategia multi-geografica diversificata della città. I Paesi del Ccg e dell’area Mena hanno contribuito congiuntamente al 29% dei volumi totali, consolidandosi come regioni principali, a testimonianza dell’attrattiva della città per i viaggiatori dei mercati di prossimità. Mentre l’Europa occidentale ha rappresentato il 22% degli arrivi turistici, e l’Asia meridionale ha rappresentato il 16% del totale delle visite internazionali, seguita dalla CSI e dall’Europa orientale che insieme hanno contribuito al 15%, dalle Americhe (7%), dall’Asia settentrionale e dal Sud-Est asiatico (6%), dall’Africa (4%) e dall’Australasia (1%).

 

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