22 December 2024

La ripresa c’è ma personale e sommerso restano i crucci di Federalberghi

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Insieme e forse più della lotta all’economia del sommerso, è il tema del personale a rendere agitate le notti degli albergatori italiani. Una questione annosa che dopo il Covid, e la fuga di risorse preziose verso altri comparti, è diventata ancora più pressante: i collaboratori non si trovano, e anche quando ci sono, sono spesso poco qualificati.  Il tema non poteva quindi non essere al centro della settantatreesima assemblea di Federalberghi, accanto appunto a quello sempre caro della lotta all’abusivismo.

Le imprese ci dicono che trovare personale, qualificato e non qualificato, è ormai divenuto il maggiore dei loro problemi – ha infatti spiegato il presidente Bernabò Bocca all’assise riunita per l’occasione al centro congressi Giovanni XXIII di Bergamo -. Si tratta di un fenomeno riscontrato anche negli altri paesi europei e nelle principali economie turistiche. Ma in questo caso c’è poco da gioire per questo male comune. In questi anni abbiamo visto un deflusso di personale importante verso altri settori: il pubblico, la logistica, le costruzioni, il commercio al dettaglio tra gli altri. La situazione ci preoccupa, perché la fuga di professionalità spesso a lungo formate dalle nostre imprese rischia di dissanguare il settore”.

Oltre un quarto dei lavoratori degli hotel italiani è straniero

Ma la questione personale non può avere solamente una soluzione interna. Ecco allora, nonostante la calorosa accoglienza riservata a Daniela Santanché, una piccola dissonanza con il governo attuale certo non particolarmente favorevole ai flussi migratori: “Da sempre guardiamo all’estero per la ricerca di collaboratori – ha infatti sottolineato Bocca -. Oltre un quarto dei dipendenti delle aziende alberghiere è straniero. È una realtà importante che fa delle nostre case un esempio di inclusione. Per questo motivo chiediamo da tempo modalità di ingresso per i lavoratori stranieri qualificati più snelle: meno burocrazia, più lavoro per chi ha scelto il nostro Paese per un progetto di vita”.

Il vento della ripresa soffia forte ma preoccupa l’aumento dei costi

Misure necessarie anche per cogliere il vento della ripresa che, dopo gli anni del Covid, ha ricominciato a soffiare a partire dalla scorsa primavera. “Secondo i dati ancora provvisori dell’Istat – ha rivelato sempre il presidente Federalberghi – nel corso del 2022 le strutture ricettive italiane hanno registrato 396 milioni di presenze, ancora su livelli del 9,3% inferiori rispetto al 2019. Per gli stranieri la differenza è stata del 12,8% (-28,2 milioni), mentre per i nostri connazionali del 5,7% (-12,3 milioni)”. Secondo la Banca d’Italia, in particolare, la spesa dei turisti stranieri nel nostro Paese è stata pari a 42,1 miliardi di euro, il 5% in meno in confronto al 2019.

L’andamento registrato nei primi mesi di quest’anno ci induce tuttavia a ritenere che il 2023 possa chiudersi con un ritorno ai livelli pre‐pandemici. Sono positivi pure i dati sul fatturato, anche se non va dimenticata l’impennata dei costi, in specie quelli del gas e dell’energia elettrica, e la conseguente erosione dei margini – ha avvertito Bocca -. Insomma, “la ripresa è alle porte ma non ancora completamente avviata. Le prospettive sono buone ma sappiamo tutti che con le prospettive non si fanno i bilanci. Occorre, perciò, essere fiduciosi ma al tempo stesso non illudersi che basti una buona stagione per riparare al disastro degli anni scorsi”.

Le cinque richieste di Federalberghi

È alla luce di tale contesto che Bocca ha quindi concluso la relazione con il tradizionale elenco di richieste che l’associazione degli albergatori fa alle istituzioni, per permettere al turismo di “creare ricchezza come e più di quanto è stato in passato”. Prioritaria per Federalberghi è quindi la diminuzione della pressione fiscale (in primis quella sugli immobili, che grava sulle imprese anche quando sono chiuse o semivuote).

Ma anche il sostegno agli investimenti (con il potenziamento del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, da rendere strutturale), accompagnato dallo sviluppo di nuovi servizi (riformando le regole anacronistiche che non consentono agli alberghi di ampliare l’offerta, come nel caso della ristorazione per i non alloggiati, della direttiva sui pacchetti turistici e delle concessioni demaniali prospicienti le strutture ricettive), nonché il contrasto all’abusivismo e l’ammodernamento delle reti e delle infrastrutture.

 

 

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Un'espressione tanto amata a parole quanto poco poi tradotta in azioni concrete ma che mai come nell’incoming è condizione sine qua non di un'offerta di qualità.\r\nInvestire\r\n“Investire sul ruolo di tour operator e agenzie di viaggio è fondamentale oggi, per far sì che il patrimonio di professionalità che hanno da offrire si rafforzi e possa offrire nuove opportunità ai viaggiatori che vorranno scegliere la nostra regione - ha confermato l'assessore a Turismo ed economia della Toscana, Leonardo Marras -. Occorre lavorare per intercettare sempre maggiore valore aggiunto e verticalizzare le esperienze turistiche\".\r\n\r\nNon si può inoltre dimenticare il fattore innovazione, soprattutto in tema di digitalizzazione: un elemento necessario anche solo semplicemente per iniziare a parlare ai mercati internazionali, ma di cui spesso coloro che ne avrebbero più bisogno, soprattutto le destinazioni secondarie, risultano essere meno provviste.\r\n\r\n“Quello a cui puntiamo - ha spiegato il direttore di Toscana Promozione Turistica, Francesco Tapinassi - è dare elementi di conoscenza alle agenzie di viaggio quando puntino a incrementare il loro lavoro con l’incoming, affinché lo facciano sfruttando prima di tutto gli strumenti che la regione mette loro a disposizione”.\r\nTre panel\r\nLa giornata si è quindi declinata in tre panel distinti: il primo ha visto il coinvolgimento del direttore nazionale Fto, Gabriele Milani, dei presidenti di Fiavet e Aidit Toscana, Pier Carlo Testa e Andrea Giannetti, nonché di Federica Bellinazzi di Maavi, di Carlo Gistri di Assoviaggi, e dei presidenti di Federalberghi, Confturismo-Confcommercio Toscana e di Assoturismo-Confesercenti della provincia di Grosseto, Daniele Barbetti e Gianluca Soldateschi.\r\n\r\nA seguire sono intervenuti la presidente della traveltech Destination Italia, Dina Ravera, il senior account manager di GetYourGuide, Pio Macchiarulo, il ceo e produce manager dell’operatore tedesco specializzato sull’Italia Ottima Reisen, Antonio Giannandrea, il managing director del to incoming Trentino Holidays, Luca Moschini, e il director Italy dell’operatore dedicato al turismo attivo S-Cape Travel, Tullia Caballero.\r\n\r\nIl pomeriggio, infine, è stato dedicato all’approfondimento delle strategie di promozione e verticalizzazione del prodotto Toscana, a cura dello stesso Tapinassi e di Flavia Cori della Fondazione Sistema Toscana. \r\n\r\n\"Nel nostro paese sono presenti diversi modelli che funzionano molto bene – ha concluso Claudio Dell’Accio, referente sviluppo eventi di Travel Open Day -. Proprio per questo è importante conoscere come alcuni di questi hanno costruito il proprio prodotto destinazione, come lo hanno digitalizzato e quali sono stati gli accordi con i creatori dell'offerta turistica. La presenza delle associazioni di categoria, invece, è servita per stimolare proposte da parte loro sull’incoming e sulla formazione di tour operator e agenzie di viaggio in questo senso”.","post_title":"Grosseto: evento incoming di Toscana promozione e Travel sul ruolo di adv e to","post_date":"2024-12-02T11:45:47+00:00","category":["mercato_e_tecnologie"],"category_name":["Mercato e tecnologie"],"post_tag":["in-evidenza"],"post_tag_name":["In evidenza"]},"sort":[1733139947000]}]}}

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