23 aprile 2020 11:30

Il ministro Franceschini rispondendo al question time della Camera non ha dato nessuna certezza, continuando in una sorta di rimando continuo sulle speranze del turismo. E’ un uomo dal tempismo perfetto. Vediamo cosa ha detto: «Non sono in condizione di dire oggi quando si potrà andare in vacanza. Non posso dire quando verrà riaperto uno stabilimento balneare, ad esempio, perché lo valuterà la commissione tecnico-scientifica. Stiamo studiando tutte le misure che consentano una riapertura di tutti i settori in condizioni di sicurezza» Poi ha continuato: «Bisogna fare un grande investimento sulle vacanze in Italia fare promozione, aiutare gli operatori del settore e sto chiedendo risorse per questo. L’assenza del turismo internazionale durerà per un arco lungo di tempo – ha osservato – e per la stessa ragione è evidente che gli italiani non andranno in vacanza all’estero per uno stesso lungo arco di tempo». A proposito di investimenti, tutto il turismo li starebbe aspettando, ma non sembra che arrivino.
Il ministro poi ha continuato: «Le risposte non le do con le interviste, le dichiarazioni e le promesse. Le do con le norme e le risorse e quindi chiedo al Parlamento di valutare il mio operato quando ci saranno le norme e le risorse, cioè nel prossimo decreto. Direte se sono insufficienti, se rispondono alle esigenze del turismo o non c’è nulla». «Bisogna dire la verità ai cittadini soprattutto in un momento in cui sono carichi di problemi e di tensioni, soprattutto nel settore del turismo che è quello più drammaticamente colpito. Non bisogna illuderli raccontando e mettendo delle bandierine -, ha continuato Franceschini -. Capisco il valore politico di dire lo stato di crisi, ma perché dobbiamo raccontare delle cose inesatte. Lo stato di crisi di un settore è uno strumento che si utilizza quando un settore va in crisi in una situazione di ordinarietà. In questo caso tutta l’Italia è in stato di crisi e le misure che stiamo adottando sono tutte in deroga perché siamo in uno stato di emergenza generale. Alle imprese del settore turismo non interessa né la dichiarazione simbolica dello stato di crisi né il decreto del turismo ad hoc. Gli interessano le norme, le risorse e il modo di agevolare concretamente le loro difficoltà» ha concluso il ministro.
Questo lo dice lei caro Franceschini. Le imprese e le associazioni chiedono lo stato di crisi e non si aspettano una risposta così generica. D’altra parte Franceschini quando cambia registro è molto più concreto. Parlando di spettacolo infatti è molto chiaro: «Nessun artista verrà dimenticato: nessun attore, nessun musicista così come nessun lavoratore del mondo dello spettacolo. Non parlo delle grandi star, che hanno le spalle robuste, parlo delle professionalità più indifese: le prime misure sono a loro tutela».
Per il turismo queste parole non sono arrivate.
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"Stiamo continuando la nostra espansione in Europa e vediamo opportunità particolarmente interessanti in posizioni strategiche, soprattutto nella conversione di hotel e uffici", dichiara lo stesso Mattei. Con quattro nuove aperture dall'estate 2024, a&o Hostels sta vivendo in effetti uno dei periodi più dinamici dei suoi 25 anni di storia. Il portfolio è aumentato grazie alle acquisizioni e attualmente l’azienda gestisce 42 strutture in 11 Paesi europei, di cui 19 di proprietà, che rappresentano il 45% del totale. Grazie al supporto delle società a monte del gruppo, StepStone Group e Proprium Capital Partners, a&o Hostels dispone di circa 500 milioni di euro per finanziare la sua ulteriore espansione in Europa.
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Lo sportello, che si aggiunge ai tre già attivi nel punto vendita e si contraddistingue per un allestimento dedicato, nasce per diventare un punto d’accesso all’hub di servizi per i viaggiatori che preferiscono un’esperienza d’acquisto totalmente digitale e cashless, utilizzando le app di mobile payment.
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Tradotto: gli interventi sono per la “cultura”; gli altri si arrangino; il turismo non è una voce importante nell’economia italiana.
Ecco il peggiore ministro del peggiore governo italiano