16 July 2024

Fenomeno overtourism: un’indagine veneta ne prova a dare una definizione scientifica

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E’ il centro storico di Venezia, con un’indice di esposizione turistica pari a 0,76, l’area a maggior rischio di overtourim della regione Veneto. Il dato potrebbe sembrare scontato, ma non è così. Provando ad andare oltre a opinioni, percezioni soggettive e correnti di pensiero, Federalberghi Veneto e Sociometrica, in collaborazione con Teamwork e Cherry Bank, hanno provato a studiare il fenomeno in maniera sistematica tramite un approccio analitico e dati oggettivi. Il rapporto è quindi partito da una serie di indicatori fondati su dati disponibili e costanti nel tempo, che chiunque potesse verificare e che avessero un valore oggettivo. Quello più efficace è apparso così la Tourism Exposure (Esposizione al turismo), costituita a sua volta da due  indicatori fondamentali: l’intensità e l’estensione.

Il comune di Lazise primo per intensità dell’overtourism

L’intensità dell’overtourism valuta in particolare la concentrazione di turisti in una specifica area o destinazione durante un determinato periodo, rispetto alla popolazione locale. In altre parole quantifica la presenza turistica rispetto alla popolazione residente. In Veneto, ben il 65,5% dei comuni (su un totale di 563) è interessato al fenomeno turistico. Dai dati emerge come il comune di Lazise, in provincia di Verona, abbia il più elevato rapporto tra presenze turistiche e popolazione residente (1,5), vale a dire che i turisti in un giorno medio rappresentano il 150% della popolazione residente. Al secondo posto si colloca il comune di Cavallino-Treporti (1,4), seguito da San Michele al Tagliamento (1,3). Venezia, che non compare nella graduatoria dei primi 20 comuni del Veneto, merita un discorso a parte, in quanto l’indicatore cambia di molto se rapportato alla popolazione del centro storico (meno di 50 mila abitanti), dove notoriamente si svolge la vacanza, o se rapportato all’intera popolazione del comune (256.083 abitanti, dati Istat). Considerando i soli abitanti del centro storico, l’indicatore di intensità di turismo diventa 0,6, piazzando Venezia al nono posto della classifica. 

L’estensione dell’overtourism è l’indice più critico per il centro storico di Venezia

L’estensione dell’overtourism valuta invece la diffusione geografica dei turisti su un’area o regione più ampia, ossia guarda l’ampiezza della presenza turistica su un territorio. In questo caso, Venezia è l’unica realtà in cui lo studio considera distintamente l’area di maggiore attrazione turistica (ovviamente il centro storico e le sue isole) rispetto al resto del comune (Mestre e terraferma). La città balza quindi al primo posto della graduatoria registrando un’altissima densità: 3.845 turisti/kmq, anziché 94,7 considerando l’intero territorio comunale. Seguono, staccati di molto, il comune di Cavallino-Treporti con 410 turisti/kmq e una superficie di 44,7 kmq e Peschiera del Garda con 333 turisti/kmq e una superficie di 18,3 kmq. Il report sottolinea, da una parte, le difficoltà nel definire le zone da considerare a maggiore attrazione turistica pur all’interno dello stesso comune (si pensi per esempio ai differenti sestieri di Venezia) e, dall’altra, si reputa necessario considerare diversi elementi quali la natura del territorio, la distribuzione dei flussi al suo interno, l’organizzazione della logistica… Il report considera poi le presenze extra alberghiere e quelle derivanti dalle locazioni turistiche brevi. La classifica non cambia molto sul fronte delle posizioni, ma moltissimo nei valori assoluti: l’isola di Venezia sfiora quota 5.050 turisti/kmq (5.048,5 per l’esattezza), mentre per Cavallino-Treporti la differenza è lievissima (da 410 a 416 turisti/kmq) e così dicasi per Peschiera del Garda (da 333 a 366 turisti/kmq).

Si può parlare di overtourism quando la Tourism Exposure è sopra quota 0,75

Una volta calcolati questi due indicatori (intensità ed estensione), lo studio si occupa quindi di normalizzarli, vale a dire di considerarli su una scala comune comparabile, e poi di combinarli insieme, per creare l’indicatore fondamentale sintetico della Tourism Exposure. È calcolato a zero a uno: dove le destinazioni raggiungono il valore zero significa che in quelle località sia l’intensità sia l’estensione del fenomeno turistico è minimo, o del tutto inesistente. Nel caso in cui il valore è invece uno significa che si è in presenza della massima esposizione del comune al fenomeno turistico. Ecco allora, come si segnalava all’inizio, che in sintesi, unendo i due indici, Venezia centro storico risulta al primo posto, raggiungendo il valore di 0,76. Ciò significa che, rispetto a una teorica saturazione totale della popolazione e del territorio dell’isola di Venezia rispetto al turismo, saremmo a quota 76% con un massimo teorico del 100%. Se invece, considerassimo Venezia in quanto comune, perciò considerando sia il totale della popolazione, sia il totale dell’estensione del comune, allora il comune nella sua interezza sarebbe al ventottesimo posto. Al secondo posto si colloca Lazise, con l’indice combinato dello 0,52, seguito da San Michele al Tagliamento a pari merito con cavallino Treporti (0,49).

Anche nel caso di questo indicatore sintetico e generale, risulta però difficile definire un valore oltre il quale vi sia un totale e complessivo overtourism, se non quando si raggiunga il valore massimo di uno o ci si collochi nelle sue vicinanze. Tuttavia, sottolinea l’analisi redatta da Sociometrica, è possibile predisporre indicativamente il paletto dello 0,75: valore di saturazione oltre cui la presenza turistica diventa difficilmente sostenibile e si innescano meccanismi negativi sia dal lato della domanda, perché i turisti non visiterebbero due volte una località troppo affollata, sia dal lato della residenzialità, perché la qualità della vita degli abitanti risulterebbe compromessa.

 

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