8 September 2024

Bocca, Federalberghi: gli americani spingono l’ospitalità italiana

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Un settore in salute che beneficia particolarmente della forte ripresa dei flussi dagli Usa e che nel 2023 è stato tra i comparti a registrare una delle crescite più consistenti. Descrive così lo stato dell’ospitalità tricolore il presidente di Federalberghi: “Eravamo preoccupati di perdere il turismo alto spendente russo ma abbiamo avuto la piacevole sorpresa della domanda a stelle e strisce, che ha più che compensato la mancanza di quella proveniente dal paese est-europeo – ha raccontato Bernabò Bocca, a margine dell’evento dedicato agli anniversari dei suoi hotel Sina Brufani di Perugia e Sina Bernini Bristol di Roma -. Rimane invece l’incognita del turismo dall’Oriente: sono anni che si dice che l’anno successivo sarà quello dei viaggiatori cinesi, ma di turisti di fascia alta dal paese del Dragone ancora non ne vediamo”.

Proprio la qualità dei flussi turistici è secondo Bocca la chiave dell’incoming del futuro per il nostro paese: “I bilanci di una destinazione si fanno con i fatturati non con le presenze. E la nostra Italia è un contenitore piccolo e fragile. Va perciò riempito di un turismo alto spendente, in grado di supportare tutto il territorio nazionale”.

I prossimi mesi al momento appaiono però decisamente rosei, anche se non mancano come sempre alcune nubi all’orizzonte: “Gli scenari di guerra a oggi non ci penalizzano, ma ci spaventano molto, questo sì. Il turismo americano di alta fascia non è tanto sensibile alle valute o all’inflazione, quanto alla sicurezza. Se i conflitti dovessero allargarsi potrebbero quindi esserci serie ripercussioni. Ciononostante il 2024 si è aperto con numeri persino in crescita rispetto al 2023“. Si stanno però restringendo le finestre di prenotazioni, che si riavvicinano a quelle dell’era pre-Covid, con anticipi che per il mercato americano, per esempio, si collocano  ormai attorno ai 60-70 giorni. “Un fenomeno legato in parte proprio alla questione sicurezza: gli statunitensi sono tornati ad attendere un po’ di più per capire come si evolve la situazione, prima di prenotare”.

Per far fronte a una domanda che cerca sempre più qualità, l’associazione legata a Confcommercio sta quindi cercando di trovare nuove risorse dal pnrr: “L’industria dell’ospitalità ha già esaurito tutti i fondi disponibili: circa 2 miliardi di euro tra investimenti in digitalizzazione, efficientamento energetico e soprattutto ristrutturazioni. Stiamo quindi provando a negoziare per far sì che almeno una parte dei capitali residui non ancora allocati possano essere trasferiti al nostro comparto”.

L’impegno di Federalberghi è anche sul decreto flussi: “Abbiamo già opzionato una quota di 4-5 mila lavoratori. Stiamo cercando di includere anche i reparti f&b, in modo da aumentare le quote a noi spettanti”. Il problema a questo riguardo sono più che altro gli alloggi: “Con il proliferare del fenomeno degli affitti brevi – conclude Bocca -, in molte città è diventato difficile trovare sistemazioni adeguate per i collaboratori. Ci stiamo quindi organizzando per prendere b&b, palazzine o appartamenti dove sistemare i lavoratori”.

 

 

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