8 September 2024

I ceo top dell’hotellerie guadagnano 441 volte lo stipendio dei dipendenti

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Qualsiasi temperie i mercati si trovino ad attraversare, che sia la crisi pandemica, l’inflazione, il caos voli o la carenza di personale, c’è chi si può dire se la passi sempre discretamente bene. Stiamo parlando degli amministratori delegati delle principali compagnie alberghiere al mondo. Stando infatti alle stime elaborate dal magazine Skift, nel 2021 i tre ceo dell’ospitalità con il reddito più alto sono stati Robert Goldstein, della Las Vegas Sands Corporation, che ha guadagnato 31 milioni di dollari, Mark Hoplamazian di Hyatt Hotels & Resorts, a quota 24 milioni, e Christopher Nassetta di Hilton Hotels & Resorts, con 23,3 milioni. Il dato comprende ovviamente non solo lo stipendio nominale, ma anche tutto quei benefit che normalmente vanno a comporre la quota più importante dei redditi degli executive di queste compagnie, come azioni, partecipazioni varie, premi, fondi pensione e altro.

Il caso Hyatt

Stando all’analisi di Skift, l’entità degli emolumenti di Goldstein e Hoplamazian potrebbe essere giustificata dall’importanza delle operazioni condotte a termine dai due nel corso del 2021: il primo ha infatti gestito la più grande vendita immobiliare dell’anno, cedendo ad Apollo Global Management e Vici Properties le proprietà della compagnia a Las Vegas per circa 6,25 miliardi di dollari. Il secondo, al contrario, ha guidato la società nell’acquisizione del gruppo Apple Leisure per 2,7 miliardi. Tutto meritato, quindi? Non proprio, osserva Skift, analizzando soprattutto i dati Hyatt: la compagnia ha infatti chiuso l’anno con una perdita netta di 222 milioni di dollari. Il compenso di Hoplamazian può essere quindi stato difficilmente legato a specifici target di profitti, come spesso avviene in questi casi. Nel bilancio, il consiglio di amministrazione del gruppo si concentra tuttavia su alcuni fattori strategici, come la valorizzazione dei migliori talenti, la personalizzazione del servizio agli ospiti e le strategie di crescita razionali… In questi contesti il team executive della compagnia avrebbe raggiunto tutti i traguardi prefissati. Ma si converrà con noi che si tratta di obiettivi non facilmente misurabili con precisione. Il cda ha tuttavia sottolineato anche come il management della compagnia sia stato in grado di centrare i target di profitto rettificati.

Il confronto con gli altri comparti

Interessante appare anche la comparazione dei redditi dei ceo dell’hotellerie con quelli degli altri comparti. La mediana dei compensi riconosciuti agli a.d. della dozzina di compagnie alberghiere più importanti al mondo si situerebbe in particolare a quota 18 milioni di dollari. Ben al di sopra, per esempio, a quella dei ceo delle linee aeree, il cui campione d’incassi Usa nel 2021 è stato l’a.d. di Delta, Ed Bastian, che avrebbe guadagnato “appena” 12,4 milioni di dollari. Stando inoltre a un report dell’americano Institute for Policy Studies condotto su 300 società statunitensi quotate, la media generale dei redditi 2021 degli amministratori delegati si sarebbe aggirata attorno ai 10,6 milioni. Un’analisi simile di Wall Street su oltre 400 compagnie farebbe salire la stessa media a 14,7 milioni. In ogni caso si tratta comunque di livelli decisamente inferiori a quelli registrati nell’hotellerie.

Nel 1978 i ceo guadagnavano “appena” 30 volte in più dei propri collaboratori

Infine, una parola sul gap tra i compensi dei ceo e quelli del resto dello staff. Anche in questo caso Goldstein e Hoplamazian raggiungono quote record: il primo avendo guadagnato 886 volte lo stipendio mediano di un dipendente (35.879 dollari), il secondo 665 volte il salario di un collaboratore (36.186 dollari). A livello generale, tale rapporto si situa a livelli più bassi ma comunque considerevoli, pari a una ratio di 441 a uno. In questo caso la situazione non sarebbe neppure più marcata che negli altri comparti, visto che il report già citato dell’Institute for Policy Studies colloca il gap mediamente in un rapporto di 670 a uno. A sorprendere, piuttosto, è il confronto temporale: nel 1978, infatti, tale rapporto si fermava mediamente ad appena 30 a uno, secondo quanto riportato da uno studio di Lawrence Mishel e Julia Wolfe dell’Economic Policy Institute. Un’evoluzione simile è davvero giustificata?, si domanda quindi Skift. Difficile crederlo, ma gli azionisti che votano i compensi degli executive sembrano dare maggiore importanza alle performance dei valori di Borsa: una aspetto che il management delle proprie compagnie ha evidentemente sempre curato con grande attenzione.

L’elenco completo dei guadagni degli a.d. top

Gli altri ceo inclusi nell’analisi Skift sono quindi Thomas Reeg del Caesars Entertainment Group (22,5 milioni di dollari), Anthony Capuano di Marriott International (18,4 milioni), Geoffrey Ballotti di Wyndham Hotels & Resorts (18,2 milioni), William Hornbuckle di Mgm Resorts International (13,2 milioni), Matt Maddox di Wynn Resorts (12,9 milioni), Patrick Pacious di Choice Hotels International (11,2 milioni), Sébastien Bazin di Accor (4,9 milioni), Keith Barr di InterContinental Hotels Group -Ihg (3,9 milioni) e Alison Brittain di Whitbread (2,6 milioni).

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