20 luglio 2023 13:47
Da sinistra, Sergio Martinelli, Antonio Cipparrone, Dante Filippello, Francesco Calia e Claudia Bisignani
Diminuisce il ticket medio degli investimenti alberghieri, ma rimane l’interesse per le destinazioni resort e cresce, un po’ a sorpresa, la predisposizione dei gruppi alberghieri ad acquisire anche la componente immobiliare. La maggior parte delle operazioni riguarda inoltre investimenti value added, mentre mancano ancora i capitali core, sebbene da questo punto di vista qualcosa paia finalmente muoversi. A pesare sullo scenario del real estate alberghiero italiano c’è naturalmente l’aumento dei costi di finanziamento, mentre permane un certo gap tra le richieste di chi vende e le aspettative degli acquirenti.
Diminuisce il ticket medio delle operazioni di compravendita
E’ il quadro tratteggiato da un panel di consulenti ed esperti finanziari, intervenuti in occasione dell’ultimo Hospitality Forum organizzato a Milano da Scenari Immobiliari, in collaborazione con Castello e Anima sgr. “Il primo semestre dell’anno ha registrato un chiaro rallentamento delle transazioni, con un volume complessivo che è rimasto sotto quota 400 milioni di euro: il 58% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022 – ha sottolineato l’head of hotels & hospitality Italy di Jones Lang Lasalle, Claudia Bisignani -. Un dato influenzato in particolare dalla diminuzione del ticket medio delle operazioni, che si sono attestate attorno ai 20-22 milioni di euro. Da segnalare è però il crescente interesse mostrato da alcuni gruppi alberghieri verso la componente immobiliare, in controtendenza rispetto ai preponderanti approcci asset-light degli ultimi anni. Permane invece l’appeal delle destinazioni resort, che sono state coinvolte nel 34% delle transazioni registrate”.
L’atteggiamento degli investitori è più prudente e fly-to-quality
A dominare il mercato, secondo Claudia Bisignani, sono stati soprattutto gli investimenti added-value: “I trophy asset continuano tuttavia ad attirare i fondi sovrani e i cosiddetti high net worth individuals (Hnwi: i super ricchi). Una nostra ricerca recente nel lusso ha in particolare evidenziato come il boom dei 5 stelle sia stato sostanzialmente generato dall’accelerazione della domande degli Hnwi, che rappresentano lo 0,34% della popolazione mondiale, ma hanno una capacità di spesa pari al 34% del totale, che sale al 70% nell’alto di gamma. Certo, in generale al momento registriamo un atteggiamento più prudente e fly-to-quality. Io rimango tuttavia positiva per la fine dell’anno, perché vedo ancora tanto interesse verso l’Italia: un Paese che oggi consente tra l’altro una notevole diversificazione geografica degli investimenti, che ormai si spingono oltre le Big 4 (Milano, Roma, Firenze e Venezia), coinvolgendo sia le destinazioni urbane secondarie, sia appunto le mete leisure”.
Il repricing degli immobili è iniziato
Il contesto è chiaramente caratterizzato da investimenti dall’approccio più opportunista, con le operazioni di conversione e riposizionamento che fanno la parte del leone, ha ribadito l’executive director, head of hotels Italy di Cbre Hotels Emea, Francesco Calia. “Questa prima parte del 2023 ha però lanciato segnali di un almeno parziale ritorno dei capitali core: le proprietà cominciano infatti ad accettare un seppur contenuto repricing sui prezzi di vendita degli hotel. Si tratta di ribassi sotto la doppia cifra percentuale, che tuttavia, sommati agli effetti dell’inflazione, possono diventare fattori importanti in fase di contrattazione”.
Molti gli asset disponibili sul mercato. Ma quanto è sostenibile l’attuale tasso di crescita delle adr?
Che sul fronte dell’offerta qualcosa si stia muovendo lo ha confermato anche Antonio Cipparrone di Rothschild: “E’ risaputo che quando le cose vanno bene, e oggi le performance degli hotel sono straordinarie, è il momento giusto per vendere. Sul mercato è quindi disponibile un numero consistente di asset singoli e gruppi alberghieri. Il problema, semmai, riguarda sia gli alti tassi di interesse, sia la sostenibilità nel medio-lungo periodo dei ritmi di crescita attuali delle tariffe camere. Due fattori che tendono a preservare il gap sui prezzi tra domanda e offerta”. Sul fronte dei capitali, anche per Cipparrone si noterebbero peraltro i primi segnali di un ritorno degli approcci core: “Stiamo registrando una crescita d’interesse da parte dei fondi pensioni canadesi e di quelli sovrani mediorientali, che oggi tendono a operare direttamente nel mercato alberghiero italiano senza passare attraverso altri fondi, come invece erano soliti fare precedentemente. In più si stanno affacciando pure i family office cinesi“.
Gli investitori core non sono ancora in grado di valutare la qualità dei gestori
Attenzione però a fare un’associazione immediata tra family office e capitali core, ha ammonito il managing director, corporate finance real estate di Mediobanca, Dante Filippello: “Anche loro si stanno infatti spostando verso approcci più opportunistici. E non si può neppure contare troppo sui fondi sovrani mediorientali, che spesso agiscono sospinti pure da ragionamenti emozionali, e non possono quindi rappresentare la normalità del mercato. Il tema principale è che il core vero in Italia ancora non esiste. Sta senz’altro aumentando l’interesse verso gli hotel rispetto soprattutto agli uffici. Ma si tratta più che altro di una fetta più grande di una torta più piccola. La questione è che i prezzi dei venditori sono oggi eccessivamente aggressivi, mentre gli investitori core non sono ancora in grado di valutare la qualità dei gestori. E tutto ciò crea distorsioni”.
La gestazione delle operazioni è spesso troppo lunga
In merito alla questione costi del credito, Filippello ha quindi provato a suggerire alcune soluzioni innovative, come per esempio il ricorso al cosiddetto vendor loan, ossia a quel particolare strumento per cui è il venditore stesso a concedere un finanziamento all’acquirente. “Ma ci sono pure private equity che oggi stentano a uscire dagli investimenti. Provano allora a coinvolgere nelle operazioni dei family office, a cui danno la possibilità di una partecipazione crescente, al raggiungimento di determinati obiettivi. Il tutto senza dimenticare le soluzioni ibride, che prevedono una maggiore ingerenza dell’investitore nella gestione dell’operatività degli hotel”. Altro fattore frenante del mercato tricolore riguarda poi la lunghezza della gestazione di molte operazioni, specialmente quando riguardano strutture a conduzione familiare, con proprietà a cui manca un’educazione finanziaria. In questo caso, molte volte gioca un ruolo importante l’empatia. Ci sono fondi più empatici, altri meno..”.
Servono operatori con conoscenza specifica del territorio e capacità di interagire con le istituzioni locali
Il director di Lazard, Sergio Martinelli, ha infine parlato della case-history Mangia’s e della sua joint venture con Blackstone, tramite la controllata Hotel Investment Partners (Hip). Un’operazione di cui la stessa Lazard è stata advisor finanziario: “Il capitale c’è, ma gli investitori sono interessati soprattutto a deal che permettano operazioni di rebranding e riposizionamento. In tale contesto un ruolo importante lo giocano le competenze del gestore, che non devono riguardare solo l’operatività ma includere anche la conoscenza specifica del territorio e la capacità di interagire con le istituzioni locali. Occorre, inoltre, che l’operatore sia in grado di seguire l’investitore in termini di tempistica ed efficienza. A corollario di tutto ciò, è necessario pure costruire un saldo rapporto di reciproca fiducia”.
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Un’esperienza unica che unisce avventura, scoperta e impegno sociale. Dal 4 al 9 marzo 2025 la Giordania diventa protagonista del Wadi Rum run&trek: un percorso non competitivo pensato per runner e camminatori di ogni livello e di ogni età. Comincia al tramonto la prima delle quattro tappe in cui è organizzato l'evento. Al rientro al campo, dopo una sessione di yoga e di massaggi, ci si prepara a contemplare il manto di stelle che ricopre il deserto. Si continua nei giorni seguenti, una tappa al giorno fino a coprire gli 80 chilometri per i runners e i 40 chilometri per i camminatori. Ciascuno al proprio ritmo, assistiti da guide locali esperte e dal direttore tecnico sportivo Gianni Maccagni, veterano delle competizioni nel deserto. I partecipanti faranno base in un campo tendato nel deserto gestito da personale locale che si occuperà dell’assistenza tecnica e avranno a disposizione jeep e staff di supporto. I briefing informativi saranno accompagnati da presentazioni sulla cultura beduina e sull’ambiente naturale.
La prima edizione del Wadi Rum run&trek è stata fortemente voluta da Mahmoud Khasawneh, ceo della dmc Grand Tours: “Non ho mai smesso di sostenere il mio Paese. Vogliamo dare un segnale concreto agli appassionati e ai viaggiatori e trovare sempre nuovi spunti per incoraggiarli a visitare la Giordania”. Con il supporto di Carla Diamanti, autrice di numerose guide e reportages e autorevole esperta della destinazione, è stato quindi messo a punto un programma destinato anche agli accompagnatori degli sportivi e sono stati creati momenti di scambio e di arricchimento culturale: “Chiunque visiti la Giordania rimane affascinato dai siti archeologici ma anche dalla natura e dalle persone. Questo progetto mira a valorizzarle in maniera particolare”.
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La politica del gruppo, infatti, prevede la realizzazione di partnership con le realtà del luogo in cui viene realizzato un investimento, “facendo comunità”. E a Malpensa l’obiettivo è stato raggiunto, come dimostra la presenza nella hall di un albero natalizio e di un suggestivo presepe donati dai negozianti della zona.
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L’Hilton Garden Inn è un edificio a forma di E strutturato su quattro piani con una corte centrale sormontata da una piramide di vetro che illumina la hall: 143 camere, quattro sale meeting (per un totale di 350mq) con accesso esterno e sevizio ristorativo, adatte ad accogliere dai 16 ai 120 delegati. Un bar, un ristorante, un fitness center attrezzato. Nell’albergo, a fianco della palestra, c’è anche uno spazio lavanderia, in modo che il cliente possa lavare i suoi capi subito dopo aver fatto sport. All’interno della hall c’è il The Shopper: un supermercato aperto 24/7, senza dimenticare che il cliente può accedere a una ristorazione h24.
«Le camere sono spaziose, con arredamenti di design e tutte le rigorose attenzioni richieste da Hilton, ma reinterpretate con lo stile italiano - aggiunge Valeria Albertini - Il pavimento dei bagni ha un preciso trattamento grip antiscivolo per prevenire le cadute, superiore a quello previsto in Italia per i bordi delle piscine. Nelle docce ci sono maniglioni che sostengono oltre 350 chili. Le camere, dotate anche di ferro da stiro e steamer, possono essere collegate. Le serrature hanno un elevato livello di sicurezza e un’insonorizzazione superiore a quella richiesta dalla legge italiana (60 decibel piuttosto che 45). C’è anche l’occhio magico perché si possa vedere chi bussa alla porta».
Tanti, inoltre, i servizi offerti al cliente per scoprire il territorio: «Stiamo attivando un noleggio auto per trasformare l’albergo in un resort. Abbiamo il parcheggio gratuito e due colonnine di ricarica fast: l’albergo è green e le colonnine sono aperte anche alla cittadinanza. Il cliente arriva e può raggiungere il lago Maggiore, quello di Varese o di Como in poco più di mezz’ora. Il nostro obiettivo è far soggiornare i nostri ospiti più a lungo: oggi la permanenza media è di un giorno e mezzo, ma la location offre davvero tanto da scoprire».
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[post_content] => Primo albergo di lusso del Ticino aperto nel 1876, già protagonista della conferenza di pace di Locarno e a lungo sede del celebre festival del cinema locale, il Grand Hotel Locarno è chiuso dal 2005. Ma ora, grazie alla collaborazione tra la proprietà, l'Art Family Office della famiglia Artioli e la società di gestione alberghiera tedesca Arabella Hospitality, che hanno firmato un contratto di locazione lo scorso 13 dicembre, l'albergo rinascerà presto a nuova vita come struttura a 5 stelle a marchio Marriott Luxury Collection.
La ristrutturazione, a cura di Artisa Group, è iniziata nell'agosto 2024 con la riapertura dell'hotel prevista per il primo trimestre del 2027. Il progetto prevede l'accurato restauro di elementi storici come gli stucchi originali, il famoso lampadario in vetro di Murano e le decorazioni murali. Inoltre, le 110 camere e suite e le aree comuni saranno ridisegnate nello stile di un palazzo, a ricordo dell'illustre storia dell'hotel, per far rivivere il fascino del Ticino. L'offerta sarà completata da due ristoranti, un bar, un giardino di 4 mila metri quadrati e un'area benessere. Il Grand Hotel Locarno disporrà inoltre di strutture per eventi, in particolare di un complesso di sale da ballo e conferenze che si estenderà sull'intero piano terra e avrà un proprio accesso alla spaziosa terrazza che si apre sul giardino.
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[post_content] => Sarà Hnh Hospitality a operare il nuovo Hilton Garden Inn Bergamo Airport di proprietà di Sacbo in apertura nel 2026. La struttura, la cui costruzione a cura di Gencantieri inizierà il prossimo gennaio, offrirà 180 camere, un’open lobby aperta al pubblico 24 ore su 24, oltre a un ristorante e un bar. La società di gestione dello scalo lombardo ha firmato con la compagnia mestrina un contratto di locazione a lungo termine. La realizzazione dell'albergo si inserisce in un piano di investimenti Sacbo da oltre 200 milioni per il quadriennio 2023-2027, con l'obiettivo di potenziare e adeguare le infrastrutture aeroportuali. Lo stanziamento per l'hotel e la sistemazione delle aree annesse è di circa 30 milioni.
"La struttura fornirà una serie di servizi, dal desk informativo per l’aeroporto al deposito bagagli, fino al collegamento da e per l'aerostazione con navetta dedicata - sottolinea il presidente di Sacbo, Giovanni Sanga -. La presenza dell’hotel nell’area dei servizi aeroportuali si inserisce in una strategia di accessibilità e di interscambio che fa riferimento allo sviluppo della multimodalità, che si completerà con la realizzazione del collegamento ferroviario”. "Siamo entusiasti di questa nuova struttura, che non solo consolida la nostra offerta nel Nord Italia con un’altra importante destinazione, ma che amplia anche il nostro portfolio all’importante segmento degli hotel aeroportuali", gli fa eco il ceo di Hnh Hospitality, Luca Boccato.
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[post_content] => Travel Quotidiano ha incontrato RSI Solutions in occasione della seconda edizione del Travel Open Day Hospitality La Spezia, durante il quale l’azienda genovese ha tenuto un momento formativo dedicato alle strutture alberghiere che hanno partecipato all’evento B2B.
Nello specifico la formazione di RSI Solutions ha focalizzato l’attenzione su Controllo di Gestione e Consulenza Strategica per le Imprese Alberghiere, strumenti essenziali per ottimizzare la gestione economico-finanziaria delle strutture ricettive. Non solo, ma RSI Solutions e Gotech hanno presentato Manager Planner, un software per automatizzare la gestione dei dati aziendali.
«Il controllo di gestione è un sistema strutturato – spiega Morris Busi , responsabile controllo di gestione RSI Solutions - che permette alle aziende, inclusi gli alberghi, di monitorare e ottimizzare ogni aspetto della loro attività. Non è solo un esercizio contabile: parliamo di uno strumento che digitalizza i processi, fornisce dati aggiornati e, soprattutto, consente di prendere decisioni strategiche basate su numeri reali».
Sopra una certa soglia di fatturato, non adottare un controllo di gestione significa navigare a vista, con il rischio di perdere margini importanti.
«Per gli alberghi non avere un sistema di controllo – continua Morris Busi - significa prendere decisioni basate sull’istinto, anziché su dati concreti. Questo può portare a errori gravi, come investimenti sbagliati o pricing non competitivo. Un esempio che abbiamo analizzato è quello di una struttura che, grazie a un modello di pricing sostenibile, ha aumentato il margine per cliente senza sacrificare le presenze. È questo il valore del controllo: far crescere il profitto senza perdere competitività».
In cosa si distinguono RSI Solutions e Manager Planner nel fornire questo servizio?
«Ci differenziamo per un approccio altamente personalizzato e integrato – conclude Busi - Adottiamo il metodo USALI (Uniform System of Accounts for the Lodging Industry), che ci consente di comparare dati tra strutture diverse e creare soluzioni su misura per ogni cliente. Inoltre, il nostro obiettivo non è solo consegnare numeri, ma renderli comprensibili e subito utilizzabili. Con il supporto del nostro team, trasformiamo i dati in azioni concrete, evitando decisioni impulsive e ottimizzando ogni euro speso. Collaboriamo anche con Manager Planner per fornire strumenti digitali avanzati e supporto continuo, affinché ogni albergo possa raggiungere i suoi obiettivi con efficienza e sostenibilità».
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[post_content] => Più di 30 destinazioni protagoniste, oltre 100 eventi per 2 mila agenti di viaggio coinvolti. Sono i numeri delle attività di formazione 2024 di Idee per Viaggiare. Un team di 80 professionisti (tra le 170 persone che compongono oggi lo staff del tour operator) ha attraversato l’Italia e il mondo, tra fiere internazionali, fam trip e visite dedicate al prodotto. Dieci sono stati in particolare gli educational, differenti tra loro eppure accumunati dall’inconfondibile stile della Palma, che hanno accompagnato nel mondo più di 100 agenti. Le istantanee di quei momenti includono tra gli altri le luci di New York, i paesaggi intensi del Perù, le spiagge della felicità di Aruba e le suggestive atmosfere orientali della Cina.
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[post_content] => L’inaugurazione dell’Hilton Garden Inn di Somma Lombardo è l’occasione per parlare del Gruppo Della Frera, nato da una visione di Guido Della Frera. «Il mio percorso professionale nell’ambito dell’accoglienza è iniziato con l’ospitalità sanitaria con oltre 450 posti letto a Milano - racconta il presidente -. Nel 2006, dopo 20 anni, ho deciso di aumentare l’offerta di accoglienza, acquisendo il mio primo hotel».
La storia della compagnia è dunque iniziata con Villa Torretta, una residenza di campagna del sedicesimo secolo a Sesto San Giovanni, a soli 6 chilometri dal centro di Milano. «Quando l’ho vista me ne sono innamorato e oggi è la nostra sede - ricorda -. È una bellissima dimora storica che dal 2018 è il Grand Hotel Villa Torretta Milan Sesto, Curio Collection by Hilton. Da lì abbiamo sviluppato i dieci alberghi attuali del nostro gruppo».
Anche l’incontro con l’Hilton Garden Inn Milan Malpensa di Somma Lombardo ha la sua storia: «Da tempo intendevamo sbarcare a Malpensa. Due anni fa abbiamo aperto l’Hilton Double Tree di Solbiate Olona con 240 camere. Nello stesso periodo abbiamo saputo che a Somma Lombardo c’era un immobile in stato di abbandono, che prima ospitava il Grand Hotel Malpensa. Hilton era interessato ad avere una struttura adatta al suo marchio Garden Inn e a intercettare i flussi commerciali nell’area. Allora abbiamo acquistato l’immobile e lo abbiamo ristrutturato facendolo diventare un Garden Inn. È stata una scelta di posizionamento commerciale e anche di rafforzamento della nostra presenza su Malpensa. Oggi abbiamo più di 400 camere su questo territorio, con ottime relazioni con la realtà locale, che per il 70% vive grazie al flusso turistico dell’aeroporto di Malpensa».
Della Frera lavora con Hilton da 18 anni: «Abbiamo scelto fin dal 2006 di collaborare con i loro brand: oggi siamo uno dei principali master franchising di Hilton in Italia. Abbiamo imparato tanto dal gruppo americano - continua il presidente -. Con 8.200 alberghi nel mondo, offre infatti una grandissima competenza per quel che riguarda l'organizzazione, la commercializzazione, il marketing e l'information technology, oltre a fornire un utile sistema di omogeneizzazione dei processi. Noi forse aggiungiamo un tocco di italianità all’interior design e alle ricette culinarie. Abbiamo però anche un Novotel e un ibis. E ci troviamo benissimo pure con Accor, insieme a cui lavoreremo ancora in futuro».
Sono sentiti i complimenti di Della Frera a Sea e al suo entourage, che in cinque anni ha restituito il ruolo di importante hub europeo allo scalo, rivitalizzando il sistema turistico della zona. Mentre si consolida a Somma Lombardo il Gruppo Della Frera segue altre destinazioni: «Presto apriremo un grande Hilton resort a Torino. Quest’anno abbiamo inoltre acquisito un Hilton Garden Inn a Venezia Mestre. Grazie ai nostri due hotel a Brescia (Hilton Doublee Tree e Novotel) vorremo essere presenti su tutto il percorso dell'autostrada Serenissima. In Italia il turismo può infatti essere sviluppato in molte città oltre ai capoluoghi - conclude Della Frera - Oggi il settore costituisce il 13% del pil e dà lavoro a 1 milione e mezzo di persone. Dobbiamo investire sempre di più per migliorare la nostra offerta turistica, tenendo anche conto dell’importante boom della convegnistica e nella consapevolezza che oggi tutte le grandi catene alberghiere stanno guardando all’Italia perché il nostro paese sta dando ottimi risultati nell’incoming».
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[post_content] => Il ministro del turismo Daniela Santanchè è andata in visita al salone nautico Internazionale di Roma, accolta dal presidente di Afina, Gennaro Amato.
«C’è un gap che dobbiamo colmare. Possiamo veramente sviluppare molto di più il turismo nautico e bisogna fare più porti. Sviluppare i servizi da terra, e, anche, la formazione del personale che ci lavora. Dobbiamo guardare con speranza al futuro sapendo che abbiamo ancora tanto da fare. In questa Nazione c’è ancora tanto da fare per sviluppare il turismo nautico e il turismo in generale».
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[post_content] => Il traforo del Monte Bianco è stato riaperto ieri, 16 dicembre alle 22, dopo un'interruzione per lavori di 15 settimane e un investimento complessivo di 24 milioni di euro.
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Il traforo del Monte Bianco, con i suoi 11,6 chilometri di lunghezza, è uno degli tunnel stradali più lunghi d’Europa nonché asse cruciale per gli spostamenti fra Italia e Francia. La riapertura rappresenta una boccata d’ossigeno per l’ambiente e per le imprese.
Costruita 60 anni fa, utilizzata quotidianamente da migliaia di veicoli, l'infrastruttura bidirezionale lunga 11,6 km "richiede grandi lavori di ingegneria civile", hanno spiegato le due società a fine agosto. I due "progetti di prova per il risanamento delle volte" si concludono "dopo 105 giorni di attività 24 ore su 24, per oltre 150 persone mobilitate", ovvero "più di 150.000 ore di lavoro".
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