24 marzo 2025 12:19

Il Jumeirah Thanda Island
Si trovano in Tanzania e in Sudafrica le due strutture di debutto africane del gruppo Jumeirah: frutto della collaborazione con il Thanda Group si tratta di un’isola e di una riserva private rispettivamente chiamate Jumeirah Thanda Island e Jumeirah Thanda Safari. Situato nella riserva marina protetta di Shungimbili island in Tanzania, il primo indirizzo comprende un’esclusiva villa privata, mentre la seconda proprietà ospita una delle destinazioni safari private più lussuose del Sudafrica, con residenze eleganti e un esclusivo club per i soci.
“Guardando al futuro, il nostro intento è chiaro – spiega il chief operating officer e interim chief executive officer di Jumeirah, Thomas Meier -: vogliamo crescere in modo sostenibile in nuove destinazioni e diversificare il nostro portafoglio, concentrandoci su proprietà in grado di offrire una proposta unica e di fornire agli ospiti esperienze arricchenti, radicate nella cultura e nella relazione. Jumeirah Thanda Island e Jumeirah Thanda Safari incarnano questa strategia. Queste destinazioni non solo segnano il nostro primo ingresso in Africa, un mercato che continua a registrare una forte crescita nel settore dei viaggi di lusso, ma rappresentano anche un nuovo stile di esperienza per Jumeirah, che spazia dalla totale esclusività all’opportunità di sperimentare la meraviglia della natura al suo meglio”.
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“L’Abruzzo rappresenta per noi un luogo speciale: è qui che è nato infatti il primo villaggio Club del Sole oltre cinquant’anni fa - spiega l'amministratore delegato della compagnia, Francesco Giondi -. Con l’acquisizione del Roseto degli Abruzzi Easy Camping Village rafforziamo perciò il legame con un territorio che amiamo profondamente e continuiamo ad arricchire il nostro format di ospitalità Full Life Holidays, pensato per offrire esperienze di vacanza uniche e inclusive per tutti i membri della famiglia, amici a quattro zampe compresi. L'operazione si inserisce in un piano di sviluppo ancora più ampio, che ha visto l’ingresso di sette nuove strutture dal 2024 e importanti investimenti in corso”.
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[post_content] => Un traguardo impossibile da raggiungere, almeno nel contesto attuale: questa la posizione delle principali compagnie aeree europee in risposta alla richiesta dell'Unione europea di rendere sostenibile il 6% del carburante utilizzato dai vettori entro il 2030. I motivi? Il costo elevato abbinato alla scarsità dei carburanti verdi.
Come riferisce Reuters, durante l'incontro con la Commissione europea gli amministratori delegati di Ryanair, gruppo Iag, Lufthansa ed Air France-Klm hanno dichiarato che i requisiti per il Saf si aggiungono agli oneri normativi che rischiano di far perdere terreno all'aviazione europea rispetto ai competitor globali.
"Se non si interviene subito, l'unica soluzione realistica è spostare l'obiettivo Saf 2030”, ha dichiarato Luis Gallego, ceo del gruppo Iag, sottolineando che i costi di regolamentazione sono triplicati tra il 2014 e il 2024.
Il Saf costa da tre a cinque volte di più del carburante tradizionale per aerei e costituisce solo lo 0,3% della fornitura globale di carburante per aerei. Quest'anno le compagnie aeree europee dovrebbero utilizzare il 2% di Saf nel loro mix di carburante, con un aumento della soglia al 6% nel 2030.
La richiesta del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di aumentare gli investimenti nei combustibili fossili sta aumentando la pressione sul nascente mercato dei carburanti verdi. Michael O'Leary, ceo del gruppo Ryanair, ha dichiarato che le major petrolifere stanno già riducendo i loro programmi di Saf.
I vettori europei vedono nelle imposizioni dell'Ue un ulteriore peso sui loro costi, che si traduce in un vantaggio per i competitor internazionali che non devono rispettare i mandati di sostenibilità e possono volare su rotte più lunghe.
"Le nostre quote di mercato si stanno riducendo non solo a vantaggio dei vettori dell'Est, ma anche dei concorrenti privati e di alcuni partner negli Stati Uniti. L'aviazione europea sta rimanendo indietro”, ha dichiarato il ceo del gruppo Lufthansa, Carsten Spohr.
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In arrivo a breve, ci sarebbero in particolare il primo Beaches a Bardados e alle Bahamas, nonché una new entry in Giamaica e il nuovo Treasure Beach Village al Beaches di Turks e Caicos. Unendosi alle proprietà gemelle esistenti Sandals Barbados e Sandals Royal Barbados, il Beaches Barbados sarà dunque il primo resort del brand dedicato alle famiglie ad aprire sull’isola. Con l’inizio dei lavori previsto entro la fine del 2025, la nuova struttura disporrà di 600 camere, dalle suite king con due camere da letto alle suite di oltre 278 mq con quattro camere da letto, dotate di balcone privato e vista sull’oceano. Progettato in stile Bajan, una rivisitazione dello stile georgiano caraibico, la proprietà comprenderà una Main Street, area del resort dedicata alla ristorazione e allo shopping, nonché spazi per famiglie, palcoscenici per spettacoli all’aperto, un bar sportivo e una sala giochi.
Situato su una superficie di circa 202 ettari nelle Out Islands, l'Exuma sarà invece il primo Beaches alle Bahamas. Il marchio sta collaborando con il governo locale per finalizzare un accordo in vista della conversione del Sandals Emerald Bay. La trasformazione riconfigurerà le 249 camere della proprietà in un mix di sistemazioni, tra cui suite villa con più camere da letto. Il nuovo resort conterà 12 ristoranti, un Kids Camp, un parco acquatico e una Red Lane Spa con servizi completi. Non mancherà neppure la partnership con Sesame Street. Gli ospiti potranno inoltre usufruire di green fee gratuiti presso il campo da golf a 18 buche Emerald Bay, progettato da Greg Norman.
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Riparte la stagione per i relais del Cabreo, nel cuore delle tenute Ambrogio e Giovanni Folonari, sulle colline di Greve in Chianti. Alla Pietra e al Borgo del Cabreo è possibile trascorrere una vacanza o anche solo un weekend enogastronomico in un’atmosfera di relax, alla scoperta della tradizione vitivinicola di cui le tenute Folonari rappresentano un’eccellenza.
Il Borgo del Cabreo, inaugurato nel 2017 è arrivato alla sua nona stagione. Pietra del Cabreo, aperto al pubblico nel luglio del 2021, festeggia invece il suo quinto anno di vita. La nuova stagione dei relais del Cabreo offre opportunità inedite, con nuove esperienze sensoriali legate al mondo del vino e della cucina da degustare al ristorante Cabreo, presso la Pietra del Cabreo, dove ricette tradizionali rivisitate all’insegna della modernità si sposano con l’ampia selezione di etichette della Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute. Il ristorante, creato nel 2022 dallo chef Alessio Sedran e gestito dallo chef Luca Vanneschi, è aperto tutti i giorni a pranzo e cena e accoglie anche ospiti esterni.
I relais Borgo e Pietra del Cabreo offrono agli ospiti la possibilità di arricchire il soggiorno con percorsi di degustazione delle migliori etichette prodotte nelle tenute Ambrogio e Giovanni Folonari. Un viaggio attraverso i vini delle tenute, spesso condotto dal presidente Giovanni Folonari, che ne racconta la storia e la tradizione di famiglia, portando alla scoperta delle caratteristiche uniche della produzione di pregio. Entrambi i Relais sono dotati di piscina esterna riscaldata, campo da tennis privato, Internet wifi sia nelle camere sia negli spazi esterni, parcheggio coperto e ricarica per auto e bici elettriche al relais Pietra del Cabreo e la possibilità di cenare al ristorante Cabreo.
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Continuano a rincorrersi le voci sul possibile futuro del Gruppo Una, da ieri rinominato ufficialmente Una Italian Hospitality, in un processo di razionalizzazione dell'offerta che ha visto anche la riduzione dei marchi da tre a due con l'integrazione delle proprietà Unaway in Una Hotels. I nuovi rumours raccolti dal Sole 24 Ore ribadiscono che sul tavolo dell'advisor Goldman Sachs sarebbero arrivate tre offerte, per il momento non vincolanti. Confermati anche i potenziali candidati, tutti provenienti dagli Usa: la società di private equity specializzata in travel & leisure Ksl Capital, nonché le società d'investimento Blackstone e Starwood Capital. Quest'ultima però, ed è una novità, non sarebbe più sola ma in cordata con il gruppo italiano Prelios.
Unipol, proprietaria del gruppo Una Italian Hospitality, si accinge in questi giorni alla presentazione del nuovo piano industriale della società per il periodo 2025-2027. Nel corso di un incontro con gli analisti, l'amministratore delegato della compagnia assicurativa, Matteo Laterza, ha peraltro accennato al momento positivo del business degli hotel, sottolineando come la fase di preparazione del nuovo piano industriale sia un momento nel quale occorre "prendere in considerazione tutte le opportunità sul tavolo: nessuna opzione è esclusa". Come è noto, dalla vendita di Una, il gruppo Unipol si aspetta di ricavare circa 1 miliardo di euro.
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Con 54 suite, che spaziano dai 45 ai 230 metri quadrati, l'imbarcazione offre spazi ampi, arricchito da un servizio tutto incluso. Gli interni, firmati dall'architetto Maxime d’Angeac, direttore artistico di Orient Express, reinterpretano l'età d'oro dei viaggi con un'estetica contemporanea. L’esperienza gastronomica a bordo porta invece la firma dello chef pluristellato Yannick Alléno, che supervisiona una varietà di ristoranti, lounge e bar, incluso uno speakeasy in stile Art Déco. L’intrattenimento è garantito da un cabaret da 115 posti, uno studio di registrazione, due piscine e una marina privata.
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«Non consideriamo l’ospite un punto di arrivo – racconta Antonio Barbara – ma una persona con esigenze da ascoltare e soddisfare». Da questa visione umana e relazionale prende forma un’azienda che oggi vanta oltre 6.000 strutture commercializzate in tutta Italia, di cui 2.000 in esclusiva e completamente gestite in house.
Il cuore operativo resta la Puglia, terra d’origine e laboratorio di sperimentazione. Un territorio variegato dove Barbarhouse ha affinato il suo metodo: presidio sul territorio attraverso microhub strategici e una rete di affiliazioni locali, che ha permesso all’azienda di espandersi in modo organico nel resto del Paese.
Un altro tratto distintivo è l’approccio tecnologico: Barbarhouse ha sviluppato internamente la propria piattaforma di gestione, un investimento che permette di gestire in modo diretto il rapporto con l’ospite e offrire soluzioni rapide e personalizzate. La tecnologia, però, è al servizio della relazione, non il contrario.
«Siamo l’unico operatore per affitti brevi in Italia progettato specificamente per la vendita diretta – spiega Barbara – e investiamo ingenti risorse per raggiungere l’ospite senza passare dalle OTA». Una scelta strategica che ha portato a risultati notevoli: il 50% del volume d’affari arriva dalla vendita diretta, il 40% tramite OTA e il 10% da agenzie di viaggio. A queste ultime è dedicata un’attenzione particolare, soprattutto per quanto riguarda il prodotto lusso in Puglia: «Le commissioni partono da una fee flat dell’8% - approfondisce il ceo -, con possibilità di incremento in base agli impegni presi con noi».
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