16 July 2024

Ilaria Picozzi è la nuova business development & acquisition manager del gruppo Bluserena

[ 0 ]

Novità in casa Bluserena che annuncia l’approdo di Ilaria Picozzi nel ruolo di business development & acquisition manager. Dopo una laurea in marketing e comunicazione e un master di account & sales management, Ilaria ha potuto affinare le proprie competenze nel settore dell’ospitalità in aziende di consulenza e intermediazione nel real estate, tra cui Wcg – World Capital Group. All’interno di Bluserena, il suo compito sarà quello di contribuire e supportare il gruppo nell’acquisizione di nuovi asset.

“Sono onorata di essere ora parte di Bluserena, un gruppo in grande crescita che sono certa mi permetterà di sviluppare e perfezionare le mie capacità in ambito real estate – commenta la stessa Ilaria Picozzi -. Non vedo l’ora di mettermi in gioco e contribuire alla crescita di questa grande realtà alberghiera”.

Condividi



Articoli che potrebbero interessarti:

Array ( [0] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 471230 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => Debutto veneto per il Gruppo Della Frera che ha completato l'acquisizione del 100% delle quote di Venezia Capitol, ottenendo in questo modo il controllo totale dell'immobile e della gestione dell'Hotel Hilton Garden Inn di Mestre. L'investimento complessivo è stato di oltre 20 milioni di euro ed è stato interamente sostenuto con mezzi propri (equity) dallo stesso Gruppo Della Frera. L'hotel è composto da 136 camere, un ristorante, una piscina e un'ampia spa, con un fatturato superiore ai 7,5 milioni di euro e oltre 40 dipendenti. Il Gruppo Della Frera manterrà l'attuale organigramma della società, con a capo l'amministratore delegato Lucia Ercolano e la direzione dell'hotel affidata a Michela Murara. “Siamo felici di questa nostra prima acquisizione in Veneto - commenta Guido Della Frera, presidente e ceo del gruppo omonimo e nuovo legale rappresentante di Venezia Capital -. Uno stupendo hotel che da anni produce ottimi risultati, con oltre l’80% di occupazione, importante risorsa alberghiera della Laguna. Questa rilevante acquisizione si aggiunge alla recente apertura, a seguito di ristrutturazione, dell’Hilton Garden Inn di Somma Lombardo Malpensa, dimostrando un brillante semestre 2024 per il nostro gruppo e per il settore”. L’advisor legale per la parte acquirente è stato l'avvocato Vito Bisceglie dello studio Nctm. [post_title] => Gruppo Della Frera approda in Veneto: acquisito l'Hilton Garden Inn di Venezia Mestre [post_date] => 2024-07-11T10:56:21+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720695381000 ) ) [1] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 471219 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => Ha ufficialmente aperto i propri battenti la settimana scorsa in soft opening il nuovo 5 stelle genovese Capitolo Riviera. Situata nella località di Nervi, la proprietà è nata dalla ristrutturazione dell'ex 4 stelle Astor Hotel, chiuso nel 2020 durante la pandemia. L'albergo ora dispone di 37 camere, ciascuna dotata di balconi e vista panoramica. Presente pure una spa con sauna e bagno turco, due sale trattamenti e piscine interne ed esterne. A completare l'offerta un ristorante con terrazza affacciata sul parco circostante e un lounge bar. "Con grande orgoglio ed entusiasmo annunciamo l’apertura ufficiale di Capitolo Riviera - sottolinea l'a.d. dell'hotel, Paolo Doragrossa, già general manager del Meliá Genova -. Siamo lieti di accogliere gli ospiti in un mondo di armonia e privacy e di offrire loro un'esperienza indimenticabile che combina il meglio della Liguria. Siamo impegnati a curare ogni dettaglio e ad assecondare ogni esigenza dei nostri ospiti poiché l’attenzione e la cura del cliente è l’obiettivo primario del nostro lavoro". La struttura è di proprietà di Agra Investment che l'ha acquisita per 2,85 milioni di euro. I titolari della società sono Attilio Traverso e Giorgio Romanengo. [post_title] => Soft opening per Capitolo Riviera, nuovo 5 stelle genovese [post_date] => 2024-07-11T10:14:30+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720692870000 ) ) [2] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 471144 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => [caption id="attachment_471147" align="alignleft" width="300"] Gonzalo Aguilar[/caption] Cambio ai vertici di Minor Hotels Europe & Americas (già gruppo Nh): l'attuale ceo Ramón Aragonés andrà in pensione il prossimo 1° gennaio e verrà sostituito nel suo ruolo da Gonzalo Aguilar. Questi si unirà alla compagnia già a partire da inizio ottobre per iniziare un periodo di inserimento di tre mesi con Aragonés, che continuerà comunque a esser parte del consiglio di amministrazione come vicepresidente non esecutivo. Aguilar porta in Minor Hotels più di 30 anni di esperienza nel settore. Si unisce al gruppo dopo essere stato chief operating officer Emea del gruppo Marriott. Durante la sua carriera nella compagnia Usa Aguilar ha contribuito al raggiungimento di numerosi traguardi, tra cui l'integrazione di Ac Hotels a seguito della sua acquisizione da parte del gruppo con sede nel Maryland. Aguilar è stato anche direttore generale delle proprietà Marriott in tutte le Americhe prima di passare a posizioni dirigenziali in Europa. Ha iniziato la sua carriera negli Stati Uniti nel 1994 come restaurant manager presso il Denver Marriott Tech in Colorado. "Ramón ha dedicato la sua intera carriera al settore alberghiero - è il commento del ceo di Minor Hotels e presidente di Minor Hotels Europe & Americas, Dillip Rajakarier -. Da quando è entrato a far parte del gruppo nel 2009, allora noto come Nh Hotel Group, è stato determinante nel trasformarlo in uno dei principali colossi nel settore dell’ospitalità in Europa e nelle Americhe, dimostrando leadership, visione e dedizione instancabile per tutto il suo mandato. Oggi, mentre celebriamo la sua straordinaria eredità, estendiamo anche la nostra gratitudine per il suo contributo eccezionale a Minor Hotels. La profonda esperienza di Gonzalo nel settore dell'ospitalità e la sua comprovata leadership saranno fondamentali per guidare ed eseguire il piano aziendale strategico di Minor Hotels Europe & Americas". [post_title] => Minor Europe e Americas: il ceo Ramon Aragonés lascia. Al suo posto arriva Gonzalo Aguilar [post_date] => 2024-07-10T11:53:49+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720612429000 ) ) [3] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 471021 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => [caption id="attachment_471031" align="alignleft" width="300"] Da sinistra, Chiara Caruso, Benedetto Giustiniani, Mauro Montagner e Michelangelo Ripamonti[/caption] C'è anche una consistente componente core negli approcci d'investimento dei fondi italiani verso gli hotel tricolori. La strategia value-add rimane tuttavia importante, come già accade per i private equity e gli hedge fund internazionali. E' quanto è emerso dal panel dedicato agli investitori domestici dell'ultimo Hospitality Forum realizzato da Scenari Immobiliari a Milano in collaborazione con Castello sgr. Cresce l'impegno di Cdp nel settore Cdp Real Asset sgr, l'asset e fund management company di Cassa Depositi e Prestiti, gestisce oggi un totale di otto fondi per  un valore complessivo di oltre 3 miliardi di euro, con l'obiettivo di raggiungere quota 10 miliardi in circa tre anni. Di questi, una parte è dedicata al Fondo nazionale del turismo (Fnt), a sua volta suddiviso in due comparti. L'uno legato al Pnrr, l'altro a monte di due fondi di fondi: il primo (Ft1) è dedicato agli investimento value-add di lungo periodo, in pancia del quale ci sono già nove asset; l'altro (Ft2) a operazioni core con una piattaforma di dieci asset. Le risorse impegnate al momento ammontano complessivamente a 450 milioni di euro.  "Il nostro portfolio comprende un totale di 3.800 camere tra resort, asset di pregio e business hotel, di cui il 52% nel Sud e sulle isole, il 38% al Nord e il 10% nel Centro Italia. Ma abbiamo tutte le intenzione di continuare a crescere - ha spiegato la responsabile Fnt in Cdp Real Asset sgr, Chiara Caruso -. L'obiettivo è quello di raggiungere una quota di una cinquantina di immobili alberghieri, per circa 6 mila camere operate da una quindicina di compagnie differenti e un valore di masse gestito pari a oltre un miliardo. Tra i progetti in fase di definizione c'è tra l'altro il complesso delle Terme Berzieri di Salsomaggiore, che ci consentirà di entrare nel segmento del benessere in partnership con Qc Spa of Wonders". Generali mira a diventare il fondo core paneuropeo di riferimento dell'hotellerie Anche il gruppo assicurativo Generali vanta ormai un consistente portfolio alberghiero. Si parla di un valore attorno al miliardo complessivo, per una ventina di hotel di proprietà, di cui il 55% si trova in Italia: "Ma stiamo preparando un nuovo ulteriore fondo in rampa di lancio per la fine dell'anno. Sarà aperto anche a capitali di terzi e mira a generare nuovi investimenti nel comparto  - ha raccontato il responsabile Sud Europa di Generali Real Estate, Benedetto Giustiniani -.  Il peso dell'alberghiero è ancora basso, rimanendo poco al di sopra al 2% dei nostri attivi complessivi. Vediamo tuttavia grandi opportunità di sviluppo. Tanto più che a oggi non esistono fondi core paneuropei dedicati specificamente a questo settore. Il nostro obiettivo è perciò proprio quello di colmare questo gap. Il nuovo fondo avrà quindi una matrice core, arricchita da varie attività value-add". Strategia multi-segmento e multi-uso per Edizione Property Gli hotel rivestono un ruolo strategico pure per Edizione Property, società di gestione real estate della holding omonima della famiglia Benetton. "Il nostro interesse è dimostrato anche dai progetti in pipeline: ne abbiamo attualmente in corso a Verona, a Firenze e in Puglia, mentre un altro paio potrebbe partire entro la fine dell'anno - ha rivelato l'amministratore delegato di Edizione Property, Mauro Montagner -. Si tratta di operazioni che realizzeremo in partnership con investitori terzi. La nostra è una strategia multi-segmento, che guarda sia ai resort, sia agli urban hotel, con un occhio di riguardo al segmento del lusso e un approccio multi-uso". Più value add che core per Castello sgr Castello sgr vanta un portfolio di 33 strutture ricettive, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro, pari al 15% del totale delle masse gestite. L'asset management company acquisita da Anima sgr nel 2023 si concentra prevalentemente su investimenti value add. Circa un terzo delle proprietà è operato in franchising, un terzo in management e un terzo in locazione (in quest'ultimo caso si tratta soprattutto di alberghi midscale ed economy). "Le strutture sono distribuite lungo tutto lo Stivale - ha sottolineato il portfolio manager della sgr, Michelangelo Ripamonti -. Di queste il 59% è rappresentato da proprietà cittadine dal taglio business e la restante parte da resort e strutture leisure con una prevalenza di indirizzi nel Centro Italia (51%). Le operazioni di riposizionamento (value add) rappresentano l'85% del totale, mentre la acquisizioni buy & hold (core) coprono il restante 15%". Focus sui rendimenti. Si pensa anche a indici non tipici dell'immobiliare come i multipli dell'ebitda In tema di rendimenti target le posizioni dei quattro investitori differiscono a seconda delle strategie di fondo delle rispettive realtà: "Mi è difficile fornire una cifra specifica - ha detto Chiara Caruso di Cdp -. Posso però dire che i nostri investimenti sono sempre di medio - lungo periodo. Non cerchiamo quindi la doppia cifra percentuale, ma neppure valori attorno al 9%-10%. Per il resto, il ritorno deve essere adeguato al tipo di struttura e al rischio sotteso. E' chiaro per esempio che un'operazione di sale and lease back presenti minori incognite rispetto a un investimento di riqualificazione e riposizionamento, generando perciò aspettative differenti". Che ogni contesto vada valutato singolarmente è ovviamente un discorso valido anche per Generali. "Diciamo però che nei nostri fondi il rendimento target si situa attorno all'8% (irr a dieci anni), grazie al mix tra componenti core e value add - ha aggiunto Giustiniani -. Al momento le prospettive migliori le offre probabilmente il segmento lusso. Ma in questo caso le operazioni di riposizionamento richiedono ritorni adeguati, perché i costi oggi sono alle stelle". Rendimenti in linea con le condizioni di mercato per gli investimenti value add di Edizione Property. "Il valore varia a seconda dei contesti specifici, ma siamo chiaramente in doppia cifra percentuale", ha evidenziato Montagner. Per Ripamonti di Castello infine, in caso di locazioni si parla già di un 8%, mentre "quando consideriamo investimenti value add con focus sulla parte operazionale passiamo generalmente a considerare altri indici come i multipli dell'ebitda, con rendimenti tradizionalmente più alti". [post_title] => Fondi italiani e hotel, tra approcci core e value-add [post_date] => 2024-07-09T09:21:30+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720516890000 ) ) [4] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 471013 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => Prosegue lo sviluppo del gruppo Room Mate che, dopo essere stato acquisito un paio di anni fa dal fondo Angelo Gordon Investments, in partnership con Westmont Hospitality Group, sta portando avanti una serie di investimenti con un focus particolare sulle proprie destinazioni core, Italia e Spagna. E' di pochi giorni fa, in particolare, la notizia di una ulteriore nuova acquisizione: Staying Valencia è una collazione di dieci proprietà, tra boutique hotel e aparthotel, tutti localizzati nella terza città più importante del paese iberico. "L'operazione rientra nella nostra strategia di espansione e diversificazione del portafoglio immobiliare", spiega il fondatore e presidente di Room Mate, Kike Sarasola. Grazie anche a questa importante aggiunta, la compagnia, che già aveva chiuso l'anno scorso con numeri record, punta ora a un'ulteriore balzo in avanti, passando dai circa 15 milioni di euro di margini operativi lordi (ebitda) del 2023 a 40 mln entro la fine di quest'anno. Quasi in contemporanea con la novità di Valencia, Room Mate ha inoltre effettuato una serie di investimenti per la ristrutturazione di due suoi indirizzi fiorenti: l'Isabella, che ha riaperto a metà aprile, e il Luca, che ha ripreso l’attività a inizio maggio: "Abbiamo effettuato interventi significativi per modernizzare e riqualificare le nostre strutture - prosegue Sarasola -. Continuiamo inoltre a lavorare su diversi progetti interessanti sulla Penisola, , anche se non posso ancora fornire dettagli specifici". L'ultima new entry tricolore è stata in particolare quella dei serviced apartments Palazzo dei Fiori a Venezia: "La novità è stata accolta molto bene dal mercato - conclude Sarasola -. Il feedback degli ospiti è stato eccellente, sottolineando l'eleganza e il comfort del luogo, oltre alla sua posizione privilegiata. Sono molto soddisfatto dei risultati, anche se cerchiamo sempre di ottenere di più e di migliorare continuamente". [post_title] => Ancora investimenti Room Mate in Italia e Spagna: obiettivo ebitda 40 mln [post_date] => 2024-07-09T09:12:00+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720516320000 ) ) [5] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 471017 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => Trecento invitati, trenta finalisti, dieci vincitori. Sono i numeri della prima edizione dei Best luxury hotel awards, il nuovo riconoscimento delle eccellenze dell’ospitalità italiana ideato e organizzato da Teamwork Hospitality con il contributo di Elle Decor ed Ehma (European hotel manager association). Ufficializzato l’evento a gennaio 2024, a oggi sono state raccolte oltre 200 candidature, più del 30% degli hotel 5 stelle lusso presenti sul territorio italiano. Le dieci categorie considerate includono il miglior servizio, ristorante, bar, breakfast, spa&wellness, sostenibilità, tecnologia, design, nuova apertura, general manager. Tra queste hanno ricevuto maggior attenzione quelle di miglior general manager e miglior servizio. Le premiazioni si svolgeranno durante la serata del prossimo 25 settembre, presso l'hotel Principe di Savoia di Milano. In oltre 20 anni la crescita dell’offerta 5 stelle in Italia è stata di circa il 250%, grazie a nuovi player internazionali che hanno investito sul territorio nazionale, come per esempio Baccarat, Corinthia, Cheval Blanc, The Ritz Carlton, Airelles. “I Best luxury hotel awards - dichiara Mauro Santinato, presidente di Teamwork Hospitality - celebrano l’eccellenza dell’ospitalità italiana in tutti i suoi aspetti: dal miglior servizio agli ospiti alla miglior innovazione tecnologica. Un’iniziativa che nasce nell’alveo di un progetto più grande, che comprende anche l’organizzazione della nostra Luxury Hospitality Conference: il primo evento in Italia dedicato al lusso nel settore dell’ospitalità, quest’anno alla sua quarta edizione. La conferenza si terrà proprio il giorno successivo alla cerimonia di premiazione, al Meliá Milano”. [post_title] => Teamwork lancia i Best luxury hotel awards. Già raccolte oltre 200 candidature [post_date] => 2024-07-08T13:13:29+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720444409000 ) ) [6] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 470996 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => Un ventaglio di possibilità elevato, con un potenziale di investimento che va dai 100 milioni di euro sino anche al miliardo, a seconda di circostanze e opportunità. E' il "cannone" che King Street Capital è pronto a puntare sull'ospitalità italiana.  Lo ha rivelato il managing director, European capital markets, Giovanni Luna, in occasione  dell’Hospitality Forum organizzato a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Castello sgr: "Il nostro obiettivo è trovare situazioni magari complesse, in grado per ciò stesso di garantirci i rendimenti elevati di cui siamo alla ricerca, senza tuttavia mai scendere a compromessi su location e qualità dell’asset". Tanto potenziale, le sfide di sempre Per Victoria – Oaktree il potenziale sarebbe invece da 300 milioni all’anno, "ma non è sempre possibile impiegarlo completamente", ha ammesso Fulvio Orlando, managing director, head of acquisitions di Victoria Asset Management, che supporta Oaktree nei suoi investimenti commercial real estate. La motivazione di tali difficoltà risiede senz'altro nelle dimensioni relativamente ridotte del mercato, ma non solo: c’è anche la questione delle tempistiche. Altre situazioni critiche riguardano il pacchetto di garanzie, il livello di due diligence richiesto dai fondi, persino le conformità edilizie e catastali: "Su questi temi ci si perde troppo spesso in discussioni infinite. La volontà di fare, in altre parole, ci sarebbe; le competenze pure. Ma le controparti devono essere più trasparenti e dirette". E non manca neppure la sfida burocrazia, soprattutto quando occorre fare dei lavori: "Servono certezze su regole e tempi", ha rincarato infatti Luna. Forte la presenza di capitali value add – opportunistici Nonostante le criticità, tanto interesse sul real estate alberghiero italiano non è affatto un caso: il mercato tricolore dell'ospitalità è ormai da parecchio tempo caratterizzato da una forte presenza di capitali dall’approccio value add – opportunistico. E anche l’anno scorso non è stato da meno sebbene, come sottolineano gli ultimi dati Cbre e Scenari Immobiliari, il 2023 abbia registrato il ritorno prepotente di investitori-operatori spesso di matrice domestica. "L’Italia è da sempre una delle destinazioni più popolari al mondo, ma con un patrimonio ricettivo da rinnovare e fino a periodi molto recenti caratterizzato da una scarsa presenza di capitali istituzionali – ha spiegato Luna -. Per noi si tratta quindi di un contesto dalle grandi opportunità. Tanto più che proprio tali criticità possono garantire a capitali opportunistici come il nostro quel premio sul rendimento di cui siamo costantemente alla ricerca". Non molto differenti sono le motivazioni che hanno spinto Oaktree a entrare nel mercato alberghiero italiano già nel 2018: "Abbiamo cercato di fornire un approccio istituzionale all’offerta di ospitalità tricolore, per aiutarla a portarsi in linea con le aspettative della clientela internazionale – ha confermato Orlando -. Al picco siamo arrivati ad avere in piattaforma una ventina di hotel per circa 2 mila camere. Il nostro sviluppo si è poi un po’ fermato, perché la dimensione media per transazione del mercato italiano è spesso piccola, non adeguata alle nostre esigenze di investimento". Anima Alternative sgr: focus sulle pmi Un approccio leggermente differente, anche se pur sempre dai tratti opportunistici, ha invece Anima Alternative sgr, la cui holding omonima a febbraio 2023 ha acquisito Castello sgr: "A oggi abbiamo all’attivo due fondi riservati chiusi dedicati alle pmi (non solo dell’hospitality, ndr), ossia ad aziende con margini operativi lordi compresi tra i 2,5 e i 25 milioni di euro  – ha raccontato il deputy chief investment officer, Andrea Cappuccio -. Le supportiamo coprendo tutta la struttura di capitale, tranne l’equity di maggioranza. Parliamo quindi di debito senior o subordinato, ma anche di equity di minoranza. L’ospitalità ci interessa però sostanzialmente per ragioni non tanto diverse dagli altri: il settore è resiliente e in crescita ma continua a essere sostanzialmente frammentato, necessita di investimenti e ha una questione aperta in tema di ricambio generazionale". Il fondo di capitale ibrido di Anima è peraltro già quasi completo: dopo una raccolta di circa 160 milioni di euro c’è spazio ancora per una ventina di milioni. "Ma abbiamo un nuovo round in cantiere – ha assicurato Cappuccio -. Il fondo senior è invece partito l’anno scorso ma ha già raccolto 180 milioni. L’obiettivo è quello di investire tutta la dotazione in circa tre anni e, a oggi, dopo 18 mesi dal lancio, stiamo rispettando la tabella di marcia". Target: la dimensione conta A livello di target, King Street Capital guarda soprattutto alle grandi città o alle mete secondarie ma dalla grande vocazione turistica. "Anche per noi la dimensione rimane un aspetto importante – ha ripreso Luna -. Indipendentemente dalla natura dell’investimento partiamo da un impegno di almeno 50 milioni di euro di nostro capitale. Il che si traduce in operazioni di valore significativamente più alto". Punta naturalmente su investimenti di entità più ridotte Anima, per cui si parla di impegni che vanno dai 5 ai 15 milioni di euro a operazione. "Ma siamo disposti, quando è possibile, a garantire capitali a una holding, piuttosto che a una società operativa, in modo da lasciare quest’ultima libera di crescere senza eccessive pressioni finanziarie – ha sottolineato Cappuccio -. Strutturiamo insomma il nostro intervento in maniera piuttosto flessibile". Per Victoria – Oaktree il segmento di riferimento è invece quello dei 5 stelle, con vocazione lusso o lifestyle a seconda delle circostanze e dei momenti. "Oggi non escludiamo però neppure di investire in segmenti più accessibili, come per esempio il glamping", ha rivelato Orlando. Meno equity, più azioni privilegiati o debito mezzanino La situazione attuale di un mercato caratterizzato da elevati tassi di interesse sta peraltro spingendo i fondi a esplorare strumenti diversi dall’equity puro. "Bene o male i ritorni che dobbiamo garantire ai nostri stakeholder rimangono gli stessi di sempre, con un irr che va dal 15%-20% in su – è stato il ragionamento di Luna -. Prima per poter raggiungere tali percentuali era necessario garantire equity, oggi possiamo anche ricorrere a strumenti meno rischiosi come le azioni privilegiate o il debito mezzanino a seconda dei contesti. Il nostro capitale è chiaramente costoso ma flessibile".   [post_title] => Fondi e hotel italiani, attrazione fatale: pronto un "cannone" da 1 mld [post_date] => 2024-07-08T12:06:48+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( [0] => in-evidenza ) [post_tag_name] => Array ( [0] => In evidenza ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720440408000 ) ) [7] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 470999 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel ha dato il via ad un importante progetto di valorizzazione del chiostro interno - il più antico della città - restituendo alla comunità locale un pezzo fondamentale del suo patrimonio artistico e storico, dal momento che l’intera struttura ed i beni culturali inclusi sono di proprietà del Comune di Amalfi. Quest’anno, Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, in sinergia con il Comune di Amalfi guidato dal Sindaco Daniele Milano e sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino, ha promosso l’avvio di un’opera di restauro dei marmi e degli affreschi del chiostro risalente al 1223. I lavori appena conclusi - eseguiti da Daedalus Restauri, azienda di restauro e conservazione di opere d’arte di Salerno - hanno riguardato, come prima fase, il restauro di reperti archeologici, il cui allestimento sarà prossimamente realizzato in stretta collaborazione e supervisione della Soprintendenza, e il recupero dell’affresco con la più antica rappresentazione della città di Amalfi, raffigurante Gesù che appare sul lago Tiberiade a San Pietro, realizzato sulla parete a sinistra della porta d’ingresso della chiesa e sovrapposto ad un intonaco con decorazioni di tipo floreale. Tale progetto risponde perfettamente alla filosofia e alla mission di Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel che non si limita a offrire agli ospiti esperienze di soggiorno di alto livello ma si impegna anche a custodire e preservare il patrimonio artistico, culturale e storico di riferimento, valorizzandolo e restituendolo alla comunità locale. «Sono felice e orgogliosa di promuovere questo importante progetto - commenta Estelle Vassallo, General Manager di Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel - di valorizzazione del chiostro del Convento, in perfetta linea con i valori del brand Anantara che pone forte attenzione nella tutela del patrimonio storico e culturale delle strutture di ospitalità in cui si colloca. Anantara Convento di Amalfi ne è un esempio virtuoso: struttura di grande fascino è capace di restituire valore e bellezza al territorio offrendo al tempo stesso ai suoi ospiti un’esperienza tutta italiana». «Siamo grati ad Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel  - aggiunge Daniele Milano, sindaco di Amalfi - per aver eseguito lavori di restauro su importanti beni culturali di proprietà comunale, sposando così una precisa strategia di valorizzazione avviata dalla nostra Amministrazione. Nel corso degli ultimi 9 anni, infatti, sono numerosi i beni già sottoposti a restauro: la fontana di S. Andrea, la statua bronzea di Flavio Gioia, i reperti archeologici conservati nell’Arsenale, il pannello maiolicato della Porta della Marina, i gonfaloni del corteo storico dell’Antica Repubblica Marinara. Elementi significativi in cui rivive la storia di Amalfi, da sempre crocevia di popoli e culture». A conferma dell’attenzione al territorio, l’Hotel offre esperienze uniche, guidate da esperti locali. Figura fondamentale è quella del frate francescano Marcus che fa rivivere gli aspetti monastici che per secoli hanno accompagnato la storia del convento. In occasione della visita dell’antico convento e della chiesa, del bellissimo chiostro e della passeggiata dei monaci, Fra Marcus è a disposizione per raccontare ai visitatori la storia e gli aspetti più contemplativi che rendono questo luogo così speciale. [post_title] => Anantara Convento di Amalfi restituisce alla città il Chiostro Interno [post_date] => 2024-07-08T11:57:20+00:00 [category] => Array ( [0] => incoming ) [category_name] => Array ( [0] => Incoming ) [post_tag] => Array ( ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720439840000 ) ) [8] => Array ( [_index] => travelquotidiano [_type] => post [_id] => 470821 [_score] => [_source] => Array ( [blog_id] => 1 [post_content] => Il dato è naturalmente provvisorio e sconta senz'altro il momento poco felice degli altri comparti. Ma a dirlo, non dico cinque-dieci anni fa, persino a ottobre scorso, in molti avrebbero pensato a una fake news. E invece, nel primo semestre di quest'anno l'asset class degli alberghi è stata quella su cui si è concentrata la maggior parte degli investimenti commercial real estate in Italia: qualcosa meno di 1 miliardo di euro su un totale di poco più di 3 miliardi. A seguire gli uffici, che scontano da tempo gli effetti del fenomeno smart working, e la logistica, settore complesso e ad alta intensità di capitale. Sono davvero finiti i tempi, affatto lontani, in cui alle principali fiere del real estate europeo gli alberghi erano relegati nel calderone degli investimenti alternativi, dopo uffici e logistica appunto, ma anche retail e residenziale... Lo ha rivelato Domenico Basanisi, in occasione dell'Hospitality Forum 2024 organizzato da Scenari Immobiliari a Milano. In tale contesto, ha sottolineato l'head of hotels investment properties Italy di Cbre, un altro dato importante riguarda la natura degli investitori: non solo ha ripreso quota la componente domestica dei capitali, tornata a essere la maggioranza, ma ben il 55% di chi ha operato acquisizioni è rappresentato da proprietari operatori: "Si viene da due anni di grandi flussi cassa. C'è quindi chi ne ha approfittato per comprare - ha spiegato Basanisi -. Tra l'altro, lato venditori, si tratta generalmente di acquirenti che massimizzano il pricing, in quanto le loro motivazioni vanno spesso oltre alle considerazioni finanziarie, rispondendo anche a logiche industriali e di marketing". A essere ancora dormienti sono invece i capitali core. "Sulla carta ci sono, sono attivi ma intervengono poco. Nel primo semestre del 2024 hanno contato per circa il 10%. E la tendenza rimarrà con ogni probabilità la medesima anche per il resto dell'anno. E' la motivazione per la quale un mercato come quello tedesco, tradizionalmente caratterizzato proprio da un'elevata presenza di investitori core, sconta oggi qualche difficoltà. Ecco allora che gli investitori cosiddetti value-add rimangono pur sempre la parte più attiva del mercato". In prospettiva Basanisi prevede una polarizzazione degli investimenti con i capitali value add che tenderanno a concentrarsi sulle proprietà di livello più alto, mentre il mercato dei midscale e degli economy sarà di pertinenza soprattutto degli operatori - proprietari. "Al momento - ha concluso Basanisi - esiste una serie di asset potenzialmente in vendita appartenenti alla cosiddetta categoria core plus (ottimi tenant accompagnati da brand importanti), localizzati tuttavia in destinazioni secondarie, quali le periferie delle Big 4 (Milano, Roma, Firenze e Venezia) o le città più piccole. E' questo un fattore delicato perché se le richieste sugli yield prime per gli uffici si aggirano sul 4,5%, e con gli hotel si arriva attorno al 5%, in location al di fuori di questo perimetro lo spread si ampia. Il tutto con un conseguente cambiamento della categoria di buyer che si sposta verso investitori interessati a capitalizzare su alti rendimenti prima che i tassi d'interesse scendano in maniera più consistente come da previsione". [post_title] => Basanisi, Cbre: hotel prima asset class del real estate italiano a inizio 2024 [post_date] => 2024-07-04T15:02:25+00:00 [category] => Array ( [0] => alberghi ) [category_name] => Array ( [0] => Alberghi ) [post_tag] => Array ( [0] => in-evidenza ) [post_tag_name] => Array ( [0] => In evidenza ) ) [sort] => Array ( [0] => 1720105345000 ) ) ) { "size": 9, "query": { "filtered": { "query": { "fuzzy_like_this": { "like_text" : "ilaria picozzi e la nuova business development acquisition manager del gruppo bluserena" } }, "filter": { "range": { "post_date": { "gte": "now-2y", "lte": "now", "time_zone": "+1:00" } } } } }, "sort": { "post_date": { "order": "desc" } } }{"took":107,"timed_out":false,"_shards":{"total":5,"successful":5,"failed":0},"hits":{"total":751,"max_score":null,"hits":[{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"471230","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Debutto veneto per il Gruppo Della Frera che ha completato l'acquisizione del 100% delle quote di Venezia Capitol, ottenendo in questo modo il controllo totale dell'immobile e della gestione dell'Hotel Hilton Garden Inn di Mestre. L'investimento complessivo è stato di oltre 20 milioni di euro ed è stato interamente sostenuto con mezzi propri (equity) dallo stesso Gruppo Della Frera.\r\n\r\nL'hotel è composto da 136 camere, un ristorante, una piscina e un'ampia spa, con un fatturato superiore ai 7,5 milioni di euro e oltre 40 dipendenti. Il Gruppo Della Frera manterrà l'attuale organigramma della società, con a capo l'amministratore delegato Lucia Ercolano e la direzione dell'hotel affidata a Michela Murara.\r\n\r\n“Siamo felici di questa nostra prima acquisizione in Veneto - commenta Guido Della Frera, presidente e ceo del gruppo omonimo e nuovo legale rappresentante di Venezia Capital -. Uno stupendo hotel che da anni produce ottimi risultati, con oltre l’80% di occupazione, importante risorsa alberghiera della Laguna. Questa rilevante acquisizione si aggiunge alla recente apertura, a seguito di ristrutturazione, dell’Hilton Garden Inn di Somma Lombardo Malpensa, dimostrando un brillante semestre 2024 per il nostro gruppo e per il settore”. L’advisor legale per la parte acquirente è stato l'avvocato Vito Bisceglie dello studio Nctm.","post_title":"Gruppo Della Frera approda in Veneto: acquisito l'Hilton Garden Inn di Venezia Mestre","post_date":"2024-07-11T10:56:21+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1720695381000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"471219","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Ha ufficialmente aperto i propri battenti la settimana scorsa in soft opening il nuovo 5 stelle genovese Capitolo Riviera. Situata nella località di Nervi, la proprietà è nata dalla ristrutturazione dell'ex 4 stelle Astor Hotel, chiuso nel 2020 durante la pandemia. L'albergo ora dispone di 37 camere, ciascuna dotata di balconi e vista panoramica. Presente pure una spa con sauna e bagno turco, due sale trattamenti e piscine interne ed esterne. A completare l'offerta un ristorante con terrazza affacciata sul parco circostante e un lounge bar.\r\n\r\n\"Con grande orgoglio ed entusiasmo annunciamo l’apertura ufficiale di Capitolo Riviera - sottolinea l'a.d. dell'hotel, Paolo Doragrossa, già general manager del Meliá Genova -. Siamo lieti di accogliere gli ospiti in un mondo di armonia e privacy e di offrire loro un'esperienza indimenticabile che combina il meglio della Liguria. Siamo impegnati a curare ogni dettaglio e ad assecondare ogni esigenza dei nostri ospiti poiché l’attenzione e la cura del cliente è l’obiettivo primario del nostro lavoro\". La struttura è di proprietà di Agra Investment che l'ha acquisita per 2,85 milioni di euro. I titolari della società sono Attilio Traverso e Giorgio Romanengo.","post_title":"Soft opening per Capitolo Riviera, nuovo 5 stelle genovese","post_date":"2024-07-11T10:14:30+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1720692870000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"471144","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"[caption id=\"attachment_471147\" align=\"alignleft\" width=\"300\"] Gonzalo Aguilar[/caption]\r\n\r\nCambio ai vertici di Minor Hotels Europe & Americas (già gruppo Nh): l'attuale ceo Ramón Aragonés andrà in pensione il prossimo 1° gennaio e verrà sostituito nel suo ruolo da Gonzalo Aguilar. Questi si unirà alla compagnia già a partire da inizio ottobre per iniziare un periodo di inserimento di tre mesi con Aragonés, che continuerà comunque a esser parte del consiglio di amministrazione come vicepresidente non esecutivo.\r\n\r\nAguilar porta in Minor Hotels più di 30 anni di esperienza nel settore. Si unisce al gruppo dopo essere stato chief operating officer Emea del gruppo Marriott. Durante la sua carriera nella compagnia Usa Aguilar ha contribuito al raggiungimento di numerosi traguardi, tra cui l'integrazione di Ac Hotels a seguito della sua acquisizione da parte del gruppo con sede nel Maryland. Aguilar è stato anche direttore generale delle proprietà Marriott in tutte le Americhe prima di passare a posizioni dirigenziali in Europa. Ha iniziato la sua carriera negli Stati Uniti nel 1994 come restaurant manager presso il Denver Marriott Tech in Colorado.\r\n\r\n\"Ramón ha dedicato la sua intera carriera al settore alberghiero - è il commento del ceo di Minor Hotels e presidente di Minor Hotels Europe & Americas, Dillip Rajakarier -. Da quando è entrato a far parte del gruppo nel 2009, allora noto come Nh Hotel Group, è stato determinante nel trasformarlo in uno dei principali colossi nel settore dell’ospitalità in Europa e nelle Americhe, dimostrando leadership, visione e dedizione instancabile per tutto il suo mandato. Oggi, mentre celebriamo la sua straordinaria eredità, estendiamo anche la nostra gratitudine per il suo contributo eccezionale a Minor Hotels. La profonda esperienza di Gonzalo nel settore dell'ospitalità e la sua comprovata leadership saranno fondamentali per guidare ed eseguire il piano aziendale strategico di Minor Hotels Europe & Americas\".","post_title":"Minor Europe e Americas: il ceo Ramon Aragonés lascia. Al suo posto arriva Gonzalo Aguilar","post_date":"2024-07-10T11:53:49+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1720612429000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"471021","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"[caption id=\"attachment_471031\" align=\"alignleft\" width=\"300\"] Da sinistra, Chiara Caruso, Benedetto Giustiniani, Mauro Montagner e Michelangelo Ripamonti[/caption]\r\n\r\nC'è anche una consistente componente core negli approcci d'investimento dei fondi italiani verso gli hotel tricolori. La strategia value-add rimane tuttavia importante, come già accade per i private equity e gli hedge fund internazionali. E' quanto è emerso dal panel dedicato agli investitori domestici dell'ultimo Hospitality Forum realizzato da Scenari Immobiliari a Milano in collaborazione con Castello sgr.\r\n\r\nCresce l'impegno di Cdp nel settore\r\n\r\nCdp Real Asset sgr, l'asset e fund management company di Cassa Depositi e Prestiti, gestisce oggi un totale di otto fondi per  un valore complessivo di oltre 3 miliardi di euro, con l'obiettivo di raggiungere quota 10 miliardi in circa tre anni. Di questi, una parte è dedicata al Fondo nazionale del turismo (Fnt), a sua volta suddiviso in due comparti. L'uno legato al Pnrr, l'altro a monte di due fondi di fondi: il primo (Ft1) è dedicato agli investimento value-add di lungo periodo, in pancia del quale ci sono già nove asset; l'altro (Ft2) a operazioni core con una piattaforma di dieci asset. Le risorse impegnate al momento ammontano complessivamente a 450 milioni di euro.  \"Il nostro portfolio comprende un totale di 3.800 camere tra resort, asset di pregio e business hotel, di cui il 52% nel Sud e sulle isole, il 38% al Nord e il 10% nel Centro Italia. Ma abbiamo tutte le intenzione di continuare a crescere - ha spiegato la responsabile Fnt in Cdp Real Asset sgr, Chiara Caruso -. L'obiettivo è quello di raggiungere una quota di una cinquantina di immobili alberghieri, per circa 6 mila camere operate da una quindicina di compagnie differenti e un valore di masse gestito pari a oltre un miliardo. Tra i progetti in fase di definizione c'è tra l'altro il complesso delle Terme Berzieri di Salsomaggiore, che ci consentirà di entrare nel segmento del benessere in partnership con Qc Spa of Wonders\".\r\n\r\nGenerali mira a diventare il fondo core paneuropeo di riferimento dell'hotellerie\r\n\r\nAnche il gruppo assicurativo Generali vanta ormai un consistente portfolio alberghiero. Si parla di un valore attorno al miliardo complessivo, per una ventina di hotel di proprietà, di cui il 55% si trova in Italia: \"Ma stiamo preparando un nuovo ulteriore fondo in rampa di lancio per la fine dell'anno. Sarà aperto anche a capitali di terzi e mira a generare nuovi investimenti nel comparto  - ha raccontato il responsabile Sud Europa di Generali Real Estate, Benedetto Giustiniani -.  Il peso dell'alberghiero è ancora basso, rimanendo poco al di sopra al 2% dei nostri attivi complessivi. Vediamo tuttavia grandi opportunità di sviluppo. Tanto più che a oggi non esistono fondi core paneuropei dedicati specificamente a questo settore. Il nostro obiettivo è perciò proprio quello di colmare questo gap. Il nuovo fondo avrà quindi una matrice core, arricchita da varie attività value-add\".\r\n\r\nStrategia multi-segmento e multi-uso per Edizione Property\r\n\r\nGli hotel rivestono un ruolo strategico pure per Edizione Property, società di gestione real estate della holding omonima della famiglia Benetton. \"Il nostro interesse è dimostrato anche dai progetti in pipeline: ne abbiamo attualmente in corso a Verona, a Firenze e in Puglia, mentre un altro paio potrebbe partire entro la fine dell'anno - ha rivelato l'amministratore delegato di Edizione Property, Mauro Montagner -. Si tratta di operazioni che realizzeremo in partnership con investitori terzi. La nostra è una strategia multi-segmento, che guarda sia ai resort, sia agli urban hotel, con un occhio di riguardo al segmento del lusso e un approccio multi-uso\".\r\n\r\nPiù value add che core per Castello sgr\r\n\r\nCastello sgr vanta un portfolio di 33 strutture ricettive, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro, pari al 15% del totale delle masse gestite. L'asset management company acquisita da Anima sgr nel 2023 si concentra prevalentemente su investimenti value add. Circa un terzo delle proprietà è operato in franchising, un terzo in management e un terzo in locazione (in quest'ultimo caso si tratta soprattutto di alberghi midscale ed economy). \"Le strutture sono distribuite lungo tutto lo Stivale - ha sottolineato il portfolio manager della sgr, Michelangelo Ripamonti -. Di queste il 59% è rappresentato da proprietà cittadine dal taglio business e la restante parte da resort e strutture leisure con una prevalenza di indirizzi nel Centro Italia (51%). Le operazioni di riposizionamento (value add) rappresentano l'85% del totale, mentre la acquisizioni buy & hold (core) coprono il restante 15%\".\r\n\r\nFocus sui rendimenti. Si pensa anche a indici non tipici dell'immobiliare come i multipli dell'ebitda\r\n\r\nIn tema di rendimenti target le posizioni dei quattro investitori differiscono a seconda delle strategie di fondo delle rispettive realtà: \"Mi è difficile fornire una cifra specifica - ha detto Chiara Caruso di Cdp -. Posso però dire che i nostri investimenti sono sempre di medio - lungo periodo. Non cerchiamo quindi la doppia cifra percentuale, ma neppure valori attorno al 9%-10%. Per il resto, il ritorno deve essere adeguato al tipo di struttura e al rischio sotteso. E' chiaro per esempio che un'operazione di sale and lease back presenti minori incognite rispetto a un investimento di riqualificazione e riposizionamento, generando perciò aspettative differenti\".\r\n\r\nChe ogni contesto vada valutato singolarmente è ovviamente un discorso valido anche per Generali. \"Diciamo però che nei nostri fondi il rendimento target si situa attorno all'8% (irr a dieci anni), grazie al mix tra componenti core e value add - ha aggiunto Giustiniani -. Al momento le prospettive migliori le offre probabilmente il segmento lusso. Ma in questo caso le operazioni di riposizionamento richiedono ritorni adeguati, perché i costi oggi sono alle stelle\".\r\n\r\nRendimenti in linea con le condizioni di mercato per gli investimenti value add di Edizione Property. \"Il valore varia a seconda dei contesti specifici, ma siamo chiaramente in doppia cifra percentuale\", ha evidenziato Montagner. Per Ripamonti di Castello infine, in caso di locazioni si parla già di un 8%, mentre \"quando consideriamo investimenti value add con focus sulla parte operazionale passiamo generalmente a considerare altri indici come i multipli dell'ebitda, con rendimenti tradizionalmente più alti\".","post_title":"Fondi italiani e hotel, tra approcci core e value-add","post_date":"2024-07-09T09:21:30+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1720516890000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"471013","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Prosegue lo sviluppo del gruppo Room Mate che, dopo essere stato acquisito un paio di anni fa dal fondo Angelo Gordon Investments, in partnership con Westmont Hospitality Group, sta portando avanti una serie di investimenti con un focus particolare sulle proprie destinazioni core, Italia e Spagna. E' di pochi giorni fa, in particolare, la notizia di una ulteriore nuova acquisizione: Staying Valencia è una collazione di dieci proprietà, tra boutique hotel e aparthotel, tutti localizzati nella terza città più importante del paese iberico.\r\n\r\n\"L'operazione rientra nella nostra strategia di espansione e diversificazione del portafoglio immobiliare\", spiega il fondatore e presidente di Room Mate, Kike Sarasola. Grazie anche a questa importante aggiunta, la compagnia, che già aveva chiuso l'anno scorso con numeri record, punta ora a un'ulteriore balzo in avanti, passando dai circa 15 milioni di euro di margini operativi lordi (ebitda) del 2023 a 40 mln entro la fine di quest'anno.\r\n\r\nQuasi in contemporanea con la novità di Valencia, Room Mate ha inoltre effettuato una serie di investimenti per la ristrutturazione di due suoi indirizzi fiorenti: l'Isabella, che ha riaperto a metà aprile, e il Luca, che ha ripreso l’attività a inizio maggio: \"Abbiamo effettuato interventi significativi per modernizzare e riqualificare le nostre strutture - prosegue Sarasola -. Continuiamo inoltre a lavorare su diversi progetti interessanti sulla Penisola, , anche se non posso ancora fornire dettagli specifici\".\r\n\r\nL'ultima new entry tricolore è stata in particolare quella dei serviced apartments Palazzo dei Fiori a Venezia: \"La novità è stata accolta molto bene dal mercato - conclude Sarasola -. Il feedback degli ospiti è stato eccellente, sottolineando l'eleganza e il comfort del luogo, oltre alla sua posizione privilegiata. Sono molto soddisfatto dei risultati, anche se cerchiamo sempre di ottenere di più e di migliorare continuamente\".","post_title":"Ancora investimenti Room Mate in Italia e Spagna: obiettivo ebitda 40 mln","post_date":"2024-07-09T09:12:00+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1720516320000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"471017","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Trecento invitati, trenta finalisti, dieci vincitori. Sono i numeri della prima edizione dei Best luxury hotel awards, il nuovo riconoscimento delle eccellenze dell’ospitalità italiana ideato e organizzato da Teamwork Hospitality con il contributo di Elle Decor ed Ehma (European hotel manager association). Ufficializzato l’evento a gennaio 2024, a oggi sono state raccolte oltre 200 candidature, più del 30% degli hotel 5 stelle lusso presenti sul territorio italiano. Le dieci categorie considerate includono il miglior servizio, ristorante, bar, breakfast, spa&wellness, sostenibilità, tecnologia, design, nuova apertura, general manager. Tra queste hanno ricevuto maggior attenzione quelle di miglior general manager e miglior servizio. Le premiazioni si svolgeranno durante la serata del prossimo 25 settembre, presso l'hotel Principe di Savoia di Milano.\r\n\r\nIn oltre 20 anni la crescita dell’offerta 5 stelle in Italia è stata di circa il 250%, grazie a nuovi player internazionali che hanno investito sul territorio nazionale, come per esempio Baccarat, Corinthia, Cheval Blanc, The Ritz Carlton, Airelles. “I Best luxury hotel awards - dichiara Mauro Santinato, presidente di Teamwork Hospitality - celebrano l’eccellenza dell’ospitalità italiana in tutti i suoi aspetti: dal miglior servizio agli ospiti alla miglior innovazione tecnologica. Un’iniziativa che nasce nell’alveo di un progetto più grande, che comprende anche l’organizzazione della nostra Luxury Hospitality Conference: il primo evento in Italia dedicato al lusso nel settore dell’ospitalità, quest’anno alla sua quarta edizione. La conferenza si terrà proprio il giorno successivo alla cerimonia di premiazione, al Meliá Milano”.","post_title":"Teamwork lancia i Best luxury hotel awards. Già raccolte oltre 200 candidature","post_date":"2024-07-08T13:13:29+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":[]},"sort":[1720444409000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"470996","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Un ventaglio di possibilità elevato, con un potenziale di investimento che va dai 100 milioni di euro sino anche al miliardo, a seconda di circostanze e opportunità. E' il \"cannone\" che King Street Capital è pronto a puntare sull'ospitalità italiana.  Lo ha rivelato il managing director, European capital markets, Giovanni Luna, in occasione  dell’Hospitality Forum organizzato a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Castello sgr: \"Il nostro obiettivo è trovare situazioni magari complesse, in grado per ciò stesso di garantirci i rendimenti elevati di cui siamo alla ricerca, senza tuttavia mai scendere a compromessi su location e qualità dell’asset\".\r\n\r\nTanto potenziale, le sfide di sempre\r\n\r\nPer Victoria – Oaktree il potenziale sarebbe invece da 300 milioni all’anno, \"ma non è sempre possibile impiegarlo completamente\", ha ammesso Fulvio Orlando, managing director, head of acquisitions di Victoria Asset Management, che supporta Oaktree nei suoi investimenti commercial real estate. La motivazione di tali difficoltà risiede senz'altro nelle dimensioni relativamente ridotte del mercato, ma non solo: c’è anche la questione delle tempistiche. Altre situazioni critiche riguardano il pacchetto di garanzie, il livello di due diligence richiesto dai fondi, persino le conformità edilizie e catastali: \"Su questi temi ci si perde troppo spesso in discussioni infinite. La volontà di fare, in altre parole, ci sarebbe; le competenze pure. Ma le controparti devono essere più trasparenti e dirette\". E non manca neppure la sfida burocrazia, soprattutto quando occorre fare dei lavori: \"Servono certezze su regole e tempi\", ha rincarato infatti Luna.\r\n\r\nForte la presenza di capitali value add – opportunistici\r\n\r\nNonostante le criticità, tanto interesse sul real estate alberghiero italiano non è affatto un caso: il mercato tricolore dell'ospitalità è ormai da parecchio tempo caratterizzato da una forte presenza di capitali dall’approccio value add – opportunistico. E anche l’anno scorso non è stato da meno sebbene, come sottolineano gli ultimi dati Cbre e Scenari Immobiliari, il 2023 abbia registrato il ritorno prepotente di investitori-operatori spesso di matrice domestica. \"L’Italia è da sempre una delle destinazioni più popolari al mondo, ma con un patrimonio ricettivo da rinnovare e fino a periodi molto recenti caratterizzato da una scarsa presenza di capitali istituzionali – ha spiegato Luna -. Per noi si tratta quindi di un contesto dalle grandi opportunità. Tanto più che proprio tali criticità possono garantire a capitali opportunistici come il nostro quel premio sul rendimento di cui siamo costantemente alla ricerca\".\r\n\r\nNon molto differenti sono le motivazioni che hanno spinto Oaktree a entrare nel mercato alberghiero italiano già nel 2018: \"Abbiamo cercato di fornire un approccio istituzionale all’offerta di ospitalità tricolore, per aiutarla a portarsi in linea con le aspettative della clientela internazionale – ha confermato Orlando -. Al picco siamo arrivati ad avere in piattaforma una ventina di hotel per circa 2 mila camere. Il nostro sviluppo si è poi un po’ fermato, perché la dimensione media per transazione del mercato italiano è spesso piccola, non adeguata alle nostre esigenze di investimento\".\r\n\r\nAnima Alternative sgr: focus sulle pmi\r\n\r\nUn approccio leggermente differente, anche se pur sempre dai tratti opportunistici, ha invece Anima Alternative sgr, la cui holding omonima a febbraio 2023 ha acquisito Castello sgr: \"A oggi abbiamo all’attivo due fondi riservati chiusi dedicati alle pmi (non solo dell’hospitality, ndr), ossia ad aziende con margini operativi lordi compresi tra i 2,5 e i 25 milioni di euro  – ha raccontato il deputy chief investment officer, Andrea Cappuccio -. Le supportiamo coprendo tutta la struttura di capitale, tranne l’equity di maggioranza. Parliamo quindi di debito senior o subordinato, ma anche di equity di minoranza. L’ospitalità ci interessa però sostanzialmente per ragioni non tanto diverse dagli altri: il settore è resiliente e in crescita ma continua a essere sostanzialmente frammentato, necessita di investimenti e ha una questione aperta in tema di ricambio generazionale\".\r\n\r\nIl fondo di capitale ibrido di Anima è peraltro già quasi completo: dopo una raccolta di circa 160 milioni di euro c’è spazio ancora per una ventina di milioni. \"Ma abbiamo un nuovo round in cantiere – ha assicurato Cappuccio -. Il fondo senior è invece partito l’anno scorso ma ha già raccolto 180 milioni. L’obiettivo è quello di investire tutta la dotazione in circa tre anni e, a oggi, dopo 18 mesi dal lancio, stiamo rispettando la tabella di marcia\".\r\n\r\nTarget: la dimensione conta\r\n\r\nA livello di target, King Street Capital guarda soprattutto alle grandi città o alle mete secondarie ma dalla grande vocazione turistica. \"Anche per noi la dimensione rimane un aspetto importante – ha ripreso Luna -. Indipendentemente dalla natura dell’investimento partiamo da un impegno di almeno 50 milioni di euro di nostro capitale. Il che si traduce in operazioni di valore significativamente più alto\".\r\n\r\nPunta naturalmente su investimenti di entità più ridotte Anima, per cui si parla di impegni che vanno dai 5 ai 15 milioni di euro a operazione. \"Ma siamo disposti, quando è possibile, a garantire capitali a una holding, piuttosto che a una società operativa, in modo da lasciare quest’ultima libera di crescere senza eccessive pressioni finanziarie – ha sottolineato Cappuccio -. Strutturiamo insomma il nostro intervento in maniera piuttosto flessibile\". Per Victoria – Oaktree il segmento di riferimento è invece quello dei 5 stelle, con vocazione lusso o lifestyle a seconda delle circostanze e dei momenti. \"Oggi non escludiamo però neppure di investire in segmenti più accessibili, come per esempio il glamping\", ha rivelato Orlando.\r\n\r\nMeno equity, più azioni privilegiati o debito mezzanino\r\n\r\nLa situazione attuale di un mercato caratterizzato da elevati tassi di interesse sta peraltro spingendo i fondi a esplorare strumenti diversi dall’equity puro. \"Bene o male i ritorni che dobbiamo garantire ai nostri stakeholder rimangono gli stessi di sempre, con un irr che va dal 15%-20% in su – è stato il ragionamento di Luna -. Prima per poter raggiungere tali percentuali era necessario garantire equity, oggi possiamo anche ricorrere a strumenti meno rischiosi come le azioni privilegiate o il debito mezzanino a seconda dei contesti. Il nostro capitale è chiaramente costoso ma flessibile\".\r\n\r\n ","post_title":"Fondi e hotel italiani, attrazione fatale: pronto un \"cannone\" da 1 mld","post_date":"2024-07-08T12:06:48+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":["in-evidenza"],"post_tag_name":["In evidenza"]},"sort":[1720440408000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"470999","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel ha dato il via ad un importante progetto di valorizzazione del chiostro interno - il più antico della città - restituendo alla comunità locale un pezzo fondamentale del suo patrimonio artistico e storico, dal momento che l’intera struttura ed i beni culturali inclusi sono di proprietà del Comune di Amalfi.\r\n\r\nQuest’anno, Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, in sinergia con il Comune di Amalfi guidato dal Sindaco Daniele Milano e sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino, ha promosso l’avvio di un’opera di restauro dei marmi e degli affreschi del chiostro risalente al 1223.\r\n\r\nI lavori appena conclusi - eseguiti da Daedalus Restauri, azienda di restauro e conservazione di opere d’arte di Salerno - hanno riguardato, come prima fase, il restauro di reperti archeologici, il cui allestimento sarà prossimamente realizzato in stretta collaborazione e supervisione della Soprintendenza, e il recupero dell’affresco con la più antica rappresentazione della città di Amalfi, raffigurante Gesù che appare sul lago Tiberiade a San Pietro, realizzato sulla parete a sinistra della porta d’ingresso della chiesa e sovrapposto ad un intonaco con decorazioni di tipo floreale.\r\n\r\nTale progetto risponde perfettamente alla filosofia e alla mission di Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel che non si limita a offrire agli ospiti esperienze di soggiorno di alto livello ma si impegna anche a custodire e preservare il patrimonio artistico, culturale e storico di riferimento, valorizzandolo e restituendolo alla comunità locale.\r\n\r\n«Sono felice e orgogliosa di promuovere questo importante progetto - commenta Estelle Vassallo, General Manager di Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel - di valorizzazione del chiostro del Convento, in perfetta linea con i valori del brand Anantara che pone forte attenzione nella tutela del patrimonio storico e culturale delle strutture di ospitalità in cui si colloca. Anantara Convento di Amalfi ne è un esempio virtuoso: struttura di grande fascino è capace di restituire valore e bellezza al territorio offrendo al tempo stesso ai suoi ospiti un’esperienza tutta italiana».\r\n\r\n«Siamo grati ad Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel  - aggiunge Daniele Milano, sindaco di Amalfi - per aver eseguito lavori di restauro su importanti beni culturali di proprietà comunale, sposando così una precisa strategia di valorizzazione avviata dalla nostra Amministrazione. Nel corso degli ultimi 9 anni, infatti, sono numerosi i beni già sottoposti a restauro: la fontana di S. Andrea, la statua bronzea di Flavio Gioia, i reperti archeologici conservati nell’Arsenale, il pannello maiolicato della Porta della Marina, i gonfaloni del corteo storico dell’Antica Repubblica Marinara. Elementi significativi in cui rivive la storia di Amalfi, da sempre crocevia di popoli e culture».\r\n\r\nA conferma dell’attenzione al territorio, l’Hotel offre esperienze uniche, guidate da esperti locali. Figura fondamentale è quella del frate francescano Marcus che fa rivivere gli aspetti monastici che per secoli hanno accompagnato la storia del convento. In occasione della visita dell’antico convento e della chiesa, del bellissimo chiostro e della passeggiata dei monaci, Fra Marcus è a disposizione per raccontare ai visitatori la storia e gli aspetti più contemplativi che rendono questo luogo così speciale.","post_title":"Anantara Convento di Amalfi restituisce alla città il Chiostro Interno","post_date":"2024-07-08T11:57:20+00:00","category":["incoming"],"category_name":["Incoming"],"post_tag":[]},"sort":[1720439840000]},{"_index":"travelquotidiano","_type":"post","_id":"470821","_score":null,"_source":{"blog_id":1,"post_content":"Il dato è naturalmente provvisorio e sconta senz'altro il momento poco felice degli altri comparti. Ma a dirlo, non dico cinque-dieci anni fa, persino a ottobre scorso, in molti avrebbero pensato a una fake news. E invece, nel primo semestre di quest'anno l'asset class degli alberghi è stata quella su cui si è concentrata la maggior parte degli investimenti commercial real estate in Italia: qualcosa meno di 1 miliardo di euro su un totale di poco più di 3 miliardi. A seguire gli uffici, che scontano da tempo gli effetti del fenomeno smart working, e la logistica, settore complesso e ad alta intensità di capitale. Sono davvero finiti i tempi, affatto lontani, in cui alle principali fiere del real estate europeo gli alberghi erano relegati nel calderone degli investimenti alternativi, dopo uffici e logistica appunto, ma anche retail e residenziale...\r\n\r\nLo ha rivelato Domenico Basanisi, in occasione dell'Hospitality Forum 2024 organizzato da Scenari Immobiliari a Milano. In tale contesto, ha sottolineato l'head of hotels investment properties Italy di Cbre, un altro dato importante riguarda la natura degli investitori: non solo ha ripreso quota la componente domestica dei capitali, tornata a essere la maggioranza, ma ben il 55% di chi ha operato acquisizioni è rappresentato da proprietari operatori: \"Si viene da due anni di grandi flussi cassa. C'è quindi chi ne ha approfittato per comprare - ha spiegato Basanisi -. Tra l'altro, lato venditori, si tratta generalmente di acquirenti che massimizzano il pricing, in quanto le loro motivazioni vanno spesso oltre alle considerazioni finanziarie, rispondendo anche a logiche industriali e di marketing\".\r\n\r\nA essere ancora dormienti sono invece i capitali core. \"Sulla carta ci sono, sono attivi ma intervengono poco. Nel primo semestre del 2024 hanno contato per circa il 10%. E la tendenza rimarrà con ogni probabilità la medesima anche per il resto dell'anno. E' la motivazione per la quale un mercato come quello tedesco, tradizionalmente caratterizzato proprio da un'elevata presenza di investitori core, sconta oggi qualche difficoltà. Ecco allora che gli investitori cosiddetti value-add rimangono pur sempre la parte più attiva del mercato\".\r\n\r\nIn prospettiva Basanisi prevede una polarizzazione degli investimenti con i capitali value add che tenderanno a concentrarsi sulle proprietà di livello più alto, mentre il mercato dei midscale e degli economy sarà di pertinenza soprattutto degli operatori - proprietari. \"Al momento - ha concluso Basanisi - esiste una serie di asset potenzialmente in vendita appartenenti alla cosiddetta categoria core plus (ottimi tenant accompagnati da brand importanti), localizzati tuttavia in destinazioni secondarie, quali le periferie delle Big 4 (Milano, Roma, Firenze e Venezia) o le città più piccole. E' questo un fattore delicato perché se le richieste sugli yield prime per gli uffici si aggirano sul 4,5%, e con gli hotel si arriva attorno al 5%, in location al di fuori di questo perimetro lo spread si ampia. Il tutto con un conseguente cambiamento della categoria di buyer che si sposta verso investitori interessati a capitalizzare su alti rendimenti prima che i tassi d'interesse scendano in maniera più consistente come da previsione\".","post_title":"Basanisi, Cbre: hotel prima asset class del real estate italiano a inizio 2024","post_date":"2024-07-04T15:02:25+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":["in-evidenza"],"post_tag_name":["In evidenza"]},"sort":[1720105345000]}]}}

Clicca per lasciare un commento e visualizzare gli altri commenti