16 July 2024

Pagliara: l’Italian Lifestyle Collection colma un gap nell’offerta tricolore

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Oggi la distribuzione sarà sempre di più al servizio del prodotto e non viceversa, come accadeva negli anni passati“. Nasce da questa consapevolezza la sterzata del gruppo Nicolaus in direzione hospitality company, ha spiegato al Ttg di Rimini l’amministratore delegato Giuseppe Pagliara: non più solo tour operator, a cui al massimo si aggiungeva una parte di asset management company per le strutture di proprietà, la compagnia ha ormai assunto un carattere pienamente trasversale che alla distribuzione, appunto, aggiunge  una componente sempre più consistente di gestione alberghiera. Da qui tra le altre cose l’affinamento della proposta Valtur, che alla linea dal carattere olistico Escape sta ora accostando l’Italian Lifestyle Collection. Già annunciato lo scorso settembre, il nuovo prodotto debutterà con l’inaugurazione del Valtur Cervinia Cristallo Ski Resort, frutto del completo rinnovamento del Grand Hotel Cristallo (ex Club Med).

In Italia manca una proposta upscale di livello medio

“Quando abbiamo acquisito il marchio Valtur nel 2019 – ha raccontata sempre Pagliara – non avevano onestamente le idee chiare sul percorso da intraprendere. Eravamo certo sicuri delle sue potenzialità e della necessità di mantenerlo in vita ma non conoscevamo ancora esattamente quale fosse la direzione da seguire”. L’ispirazione è quindi giunta da una doppia indagine congiunta sull’evoluzione del mercato dei viaggi commissionate a società esterne, che sostanzialmente hanno portato al medesimo risultato: “In Italia manca oggi un brand alberghiero upscale di livello medio – ha aggiunto Pagliara -: ci sono quelli da 200 euro di tariffe al giorno e poi quelli da mille, 2 mila. Non esiste o quasi invece l’offerta di mezzo, da 500 euro a camera con un taglio lifestyle. E allora, abbiamo pensato: chi meglio di un marchio come Valtur ha le potenzialità di posizionarsi in tale segmento? Da qui l’idea dell’Italian Lifestyle Collection”.

Presto altri Italian Lifestyle Collection. Ci sarà anche il Nicolaus Club Alimini Smile?

Una decisione che ha influito anche sui risultati stessi della trattativa per il Cervinia Cristallo Ski Resort: “Nel momento di gestazione della nuova linea – ha rivelato ancora Pagliara – stavamo giusto negoziando l’acquisizione della proprietà con Ey che aveva indetto un bando internazionale. E la nostra vittoria non è arrivata tanto per l’offerta economica, quanto proprio per il modello di business proposto. La proprietà, la famiglia Lavezzari, ha sposato subito il progetto di un lifestyle resort  da circa 90 camere a 5 stelle e 148 a 4 stelle. Cervinia oggi ci aiuterà a portare sul mercato il progetto Lifestyle. Che naturalmente non si esaurirà però con la destinazione dolomitica. Negli ultimi sette – otto mesi abbiamo lavorato molto: presto sposteremo un altro dei nostri resort già contrattualizzati nella nuova linea. Si trova in Puglia, ma non posso ancora annunciare quale sia (si trova nella zona di Otranto, secondo fonti confidenziali, dove peraltro già opera il Nicolaus Club Alimini Smile ndr). Dopodiché ne apriremo un altro in Italia e due ulteriori all’estero”.

Un’offerta dal taglio glocal con un respiro internazionale

L’idea, in sintesi, è quella di proporre un prodotto internazionale Italian style, quindi dedicato sia al mercato domestico, sia a quelli esteri. “Il made in Italy permeerà tutta l’offerta – ha quindi sottolineato la direttrice marketing del gruppo, Sara Prontera -: dal benessere olistico, al divertimento interamente tagliato sullo stile tricolore, fino naturalmente al design, alla moda, alla musica, all’f&b. Il tutto senza fermarci ai modelli stereotipati spesso accostati all’Italia, ma con un taglio locale in grado di rispecchiare lo spirito delle destinazioni in cui saremo presenti, in una prospettiva di costante contaminazione con il territorio circostante. Come per esempio avverrà grazie alla partnership con un marchio italianissimo quale Campari, che si impegnerà a declinare la propria presenza rendendola coerente con la meta coinvolta. Ma il dialogo sarà sempre a due vie, per cui ogni palinsesto culturale e/o enogastronomico, per citare solo due casi, sarà assolutamente aperto anche al pubblico locale”.

 

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Strategia multi-segmento e multi-uso per Edizione Property Gli hotel rivestono un ruolo strategico pure per Edizione Property, società di gestione real estate della holding omonima della famiglia Benetton. "Il nostro interesse è dimostrato anche dai progetti in pipeline: ne abbiamo attualmente in corso a Verona, a Firenze e in Puglia, mentre un altro paio potrebbe partire entro la fine dell'anno - ha rivelato l'amministratore delegato di Edizione Property, Mauro Montagner -. Si tratta di operazioni che realizzeremo in partnership con investitori terzi. La nostra è una strategia multi-segmento, che guarda sia ai resort, sia agli urban hotel, con un occhio di riguardo al segmento del lusso e un approccio multi-uso". Più value add che core per Castello sgr Castello sgr vanta un portfolio di 33 strutture ricettive, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro, pari al 15% del totale delle masse gestite. 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E' il "cannone" che King Street Capital è pronto a puntare sull'ospitalità italiana.  Lo ha rivelato il managing director, European capital markets, Giovanni Luna, in occasione  dell’Hospitality Forum organizzato a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Castello sgr: "Il nostro obiettivo è trovare situazioni magari complesse, in grado per ciò stesso di garantirci i rendimenti elevati di cui siamo alla ricerca, senza tuttavia mai scendere a compromessi su location e qualità dell’asset". Tanto potenziale, le sfide di sempre Per Victoria – Oaktree il potenziale sarebbe invece da 300 milioni all’anno, "ma non è sempre possibile impiegarlo completamente", ha ammesso Fulvio Orlando, managing director, head of acquisitions di Victoria Asset Management, che supporta Oaktree nei suoi investimenti commercial real estate. La motivazione di tali difficoltà risiede senz'altro nelle dimensioni relativamente ridotte del mercato, ma non solo: c’è anche la questione delle tempistiche. 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Al picco siamo arrivati ad avere in piattaforma una ventina di hotel per circa 2 mila camere. Il nostro sviluppo si è poi un po’ fermato, perché la dimensione media per transazione del mercato italiano è spesso piccola, non adeguata alle nostre esigenze di investimento". Anima Alternative sgr: focus sulle pmi Un approccio leggermente differente, anche se pur sempre dai tratti opportunistici, ha invece Anima Alternative sgr, la cui holding omonima a febbraio 2023 ha acquisito Castello sgr: "A oggi abbiamo all’attivo due fondi riservati chiusi dedicati alle pmi (non solo dell’hospitality, ndr), ossia ad aziende con margini operativi lordi compresi tra i 2,5 e i 25 milioni di euro  – ha raccontato il deputy chief investment officer, Andrea Cappuccio -. Le supportiamo coprendo tutta la struttura di capitale, tranne l’equity di maggioranza. Parliamo quindi di debito senior o subordinato, ma anche di equity di minoranza. 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E' il \"cannone\" che King Street Capital è pronto a puntare sull'ospitalità italiana.  Lo ha rivelato il managing director, European capital markets, Giovanni Luna, in occasione  dell’Hospitality Forum organizzato a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Castello sgr: \"Il nostro obiettivo è trovare situazioni magari complesse, in grado per ciò stesso di garantirci i rendimenti elevati di cui siamo alla ricerca, senza tuttavia mai scendere a compromessi su location e qualità dell’asset\".\r\n\r\nTanto potenziale, le sfide di sempre\r\n\r\nPer Victoria – Oaktree il potenziale sarebbe invece da 300 milioni all’anno, \"ma non è sempre possibile impiegarlo completamente\", ha ammesso Fulvio Orlando, managing director, head of acquisitions di Victoria Asset Management, che supporta Oaktree nei suoi investimenti commercial real estate. La motivazione di tali difficoltà risiede senz'altro nelle dimensioni relativamente ridotte del mercato, ma non solo: c’è anche la questione delle tempistiche. Altre situazioni critiche riguardano il pacchetto di garanzie, il livello di due diligence richiesto dai fondi, persino le conformità edilizie e catastali: \"Su questi temi ci si perde troppo spesso in discussioni infinite. La volontà di fare, in altre parole, ci sarebbe; le competenze pure. Ma le controparti devono essere più trasparenti e dirette\". E non manca neppure la sfida burocrazia, soprattutto quando occorre fare dei lavori: \"Servono certezze su regole e tempi\", ha rincarato infatti Luna.\r\n\r\nForte la presenza di capitali value add – opportunistici\r\n\r\nNonostante le criticità, tanto interesse sul real estate alberghiero italiano non è affatto un caso: il mercato tricolore dell'ospitalità è ormai da parecchio tempo caratterizzato da una forte presenza di capitali dall’approccio value add – opportunistico. E anche l’anno scorso non è stato da meno sebbene, come sottolineano gli ultimi dati Cbre e Scenari Immobiliari, il 2023 abbia registrato il ritorno prepotente di investitori-operatori spesso di matrice domestica. \"L’Italia è da sempre una delle destinazioni più popolari al mondo, ma con un patrimonio ricettivo da rinnovare e fino a periodi molto recenti caratterizzato da una scarsa presenza di capitali istituzionali – ha spiegato Luna -. Per noi si tratta quindi di un contesto dalle grandi opportunità. Tanto più che proprio tali criticità possono garantire a capitali opportunistici come il nostro quel premio sul rendimento di cui siamo costantemente alla ricerca\".\r\n\r\nNon molto differenti sono le motivazioni che hanno spinto Oaktree a entrare nel mercato alberghiero italiano già nel 2018: \"Abbiamo cercato di fornire un approccio istituzionale all’offerta di ospitalità tricolore, per aiutarla a portarsi in linea con le aspettative della clientela internazionale – ha confermato Orlando -. Al picco siamo arrivati ad avere in piattaforma una ventina di hotel per circa 2 mila camere. Il nostro sviluppo si è poi un po’ fermato, perché la dimensione media per transazione del mercato italiano è spesso piccola, non adeguata alle nostre esigenze di investimento\".\r\n\r\nAnima Alternative sgr: focus sulle pmi\r\n\r\nUn approccio leggermente differente, anche se pur sempre dai tratti opportunistici, ha invece Anima Alternative sgr, la cui holding omonima a febbraio 2023 ha acquisito Castello sgr: \"A oggi abbiamo all’attivo due fondi riservati chiusi dedicati alle pmi (non solo dell’hospitality, ndr), ossia ad aziende con margini operativi lordi compresi tra i 2,5 e i 25 milioni di euro  – ha raccontato il deputy chief investment officer, Andrea Cappuccio -. Le supportiamo coprendo tutta la struttura di capitale, tranne l’equity di maggioranza. Parliamo quindi di debito senior o subordinato, ma anche di equity di minoranza. L’ospitalità ci interessa però sostanzialmente per ragioni non tanto diverse dagli altri: il settore è resiliente e in crescita ma continua a essere sostanzialmente frammentato, necessita di investimenti e ha una questione aperta in tema di ricambio generazionale\".\r\n\r\nIl fondo di capitale ibrido di Anima è peraltro già quasi completo: dopo una raccolta di circa 160 milioni di euro c’è spazio ancora per una ventina di milioni. \"Ma abbiamo un nuovo round in cantiere – ha assicurato Cappuccio -. Il fondo senior è invece partito l’anno scorso ma ha già raccolto 180 milioni. L’obiettivo è quello di investire tutta la dotazione in circa tre anni e, a oggi, dopo 18 mesi dal lancio, stiamo rispettando la tabella di marcia\".\r\n\r\nTarget: la dimensione conta\r\n\r\nA livello di target, King Street Capital guarda soprattutto alle grandi città o alle mete secondarie ma dalla grande vocazione turistica. \"Anche per noi la dimensione rimane un aspetto importante – ha ripreso Luna -. Indipendentemente dalla natura dell’investimento partiamo da un impegno di almeno 50 milioni di euro di nostro capitale. Il che si traduce in operazioni di valore significativamente più alto\".\r\n\r\nPunta naturalmente su investimenti di entità più ridotte Anima, per cui si parla di impegni che vanno dai 5 ai 15 milioni di euro a operazione. \"Ma siamo disposti, quando è possibile, a garantire capitali a una holding, piuttosto che a una società operativa, in modo da lasciare quest’ultima libera di crescere senza eccessive pressioni finanziarie – ha sottolineato Cappuccio -. Strutturiamo insomma il nostro intervento in maniera piuttosto flessibile\". Per Victoria – Oaktree il segmento di riferimento è invece quello dei 5 stelle, con vocazione lusso o lifestyle a seconda delle circostanze e dei momenti. \"Oggi non escludiamo però neppure di investire in segmenti più accessibili, come per esempio il glamping\", ha rivelato Orlando.\r\n\r\nMeno equity, più azioni privilegiati o debito mezzanino\r\n\r\nLa situazione attuale di un mercato caratterizzato da elevati tassi di interesse sta peraltro spingendo i fondi a esplorare strumenti diversi dall’equity puro. \"Bene o male i ritorni che dobbiamo garantire ai nostri stakeholder rimangono gli stessi di sempre, con un irr che va dal 15%-20% in su – è stato il ragionamento di Luna -. Prima per poter raggiungere tali percentuali era necessario garantire equity, oggi possiamo anche ricorrere a strumenti meno rischiosi come le azioni privilegiate o il debito mezzanino a seconda dei contesti. Il nostro capitale è chiaramente costoso ma flessibile\".\r\n\r\n ","post_title":"Fondi e hotel italiani, attrazione fatale: pronto un \"cannone\" da 1 mld","post_date":"2024-07-08T12:06:48+00:00","category":["alberghi"],"category_name":["Alberghi"],"post_tag":["in-evidenza"],"post_tag_name":["In evidenza"]},"sort":[1720440408000]}]}}

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